Lo scalogno è un ortaggio appartenente alla stessa famiglia della cipolla, del porro e dell’aglio, ampiamente utilizzato in cucina per insaporire e creare tantissimi piatti diversi. Se amate cucinare e volete preparare un primo piatto in cui lo scalogno sia il protagonista, vi consigliamo di provare sono i curzul allo scalogno tipici della cucina romagnola.
Si distingue facilmente dalla cipolla per la sua forma affusolata e per la sua dimensione ridotta, ma anche per il suo sapore, decisamente più dolce e delicato, che in parte ricorda le note aromatiche dell’aglio. Non a caso, quando si cerca un’alternativa più leggera e digeribile alla cipolla e all’aglio, solitamente si opta per utilizzare lo scalogno: è sufficiente lasciarlo rosolare qualche minuto con olio extravergine d’oliva per ottenere un soffritto profumatissimo, capace di esaltare il gusto di qualsiasi piatto.
Come avrete intuito, lo scalogno è uno di quegli ingredienti base che non devono mai mancare in dispensa. Ecco qualche consiglio per conservarlo al meglio e far sì che mantenga intatte le sue proprietà e caratteristiche per lungo tempo.
Come conservare lo scalogno
Lo scalogno è un ortaggio da bulbo che può essere conservato per lunghi periodi di tempo a temperatura ambiente, esattamente come l’aglio e la cipolla. Se riposto all’interno di una cassetta in legno o di una cesta in vimini, in un ambiente fresco, asciutto e ombreggiato, lo scalogno dura tranquillamente fino a 8 mesi.
Riporre lo scalogno in frigorifero è altamente sconsigliato a causa dell’eccessiva umidità. Potete ricorrere alla conservazione in frigorifero solo nel caso in cui abbiate tagliato uno scalogno e ve ne avanzi una parte: in tal caso, potete avvolgerlo con della pellicola o riporlo all’interno di un contenitore a chiusura ermetica (questa è la soluzione ideale se vi avanza dello scalogno tritato). Ricordate di consumarlo entro 2-3 giorni.