Quella della pizza margherita è una lunga tradizione: sono trascorsi 131 anni da quando dal capo dei servizi di tavola della Real Casa Camillo Galli venne commissionata al cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi una pizza che rendesse onore alla Regina Margherita. Da allora, di strada ne ha fatta: amata in tutto il mondo, simbolo di convivialità, semplice quanto gustosa, consacrata a patrimonio dell’Unesco nel 2017.
Pizza margherita: la crisi dopo 131 anni
Un compleanno che cade in un periodo complesso e che lascia l’amaro in bocca, data la chiusura forzata dei locali nei mesi precedenti e il conseguente dimezzamento delle vendite. Dopo mesi di lockdown il settore della ristorazione è in lenta ripresa, ma i posti a rischio restano più di 200 mila, con più di 63 mila pizzerie che rischiano la chiusura totale, come denuncia la Coldiretti.
La regina delle pizze napoletane, che deve la sua bontà alla sua pasta a lunga lievitazione e al delizioso mix di pomodoro fresco, basilico e mozzarella, ha superato negli anni precedenti i 100 miliardi di fatturato: solo in Italia venivano sfornate 8 milioni di pizze al giorno, anche nelle varianti sempre più richieste con farine multicereali e gluten free.
Nei mesi di confinamento a causa del Covid-19 sono tanti gli italiani che non hanno rinunciato al piacere di una buona pizza, basti pensare che la vendita dei preparati per pizza è aumentata del 101%. Tanti altri hanno optato per l’acquisto a domicilio e ad asporto, tuttavia questo non è bastato ad arrestare l’inesorabile calo dell vendite.