Parmalat, società italiana e leader mondiale nota perchè sepcializzata nella produzione e distribuzione di latte, yogurt e panna nel settore alimentare, sarebbe dovuta uscire da Piazza Affari: le azioni dell’azienda di Collecchio erano state sospese dalle contrattazioni l’1 marzo 2019. Il gruppo francese Lactalis ha acquistato un pacco di azioni che supera il 90% del capitale dell’azienda di Collecchio.
È proprio Sofil, controllante di Lactalis, che ricorda la decisione, riferendosi alla procedura terminata con l’acquisto dello 0,711% del capitale di Parmalat ancora non in suo possesso. In base a questi risultati Sofil eserciterà il diritto di acquisto sulle azioni ordinarie Parmalat. Borsa Italiana ha, infatti, disposto le azioni del gruppo di Collecchio fossero sospese dalla quotazione e negoziazione da Piazza Affari nei primi giorni del mese di maggio e, successivamente, revocate a partire dal 5 marzo 2019.
L’uscita dovrà attendere
L’ultimo giorno, però, è saltato il delisting di Parmalat. Il Tar del Lazio, su richiesta della banca americana Citi, ha sospeso l’uscita della società di Collecchio da Piazza Affari. Nel decreto si legge che la revoca è stata ritenuta idonea “a determinare, nelle more della trattazione dell’istanza cautelare nei modi ordinari, un pregiudizio irreversibile alle ragioni di credito” di Citi.
Il comunicato di Sofil
Sofil, riferendosi alle notizie relative alla sospensione del delisting di Parmalat, sottolinea con un comunicato che Borsa Italiana S.p.A. ha revocato le azioni Parmalat dalla quotazione nel Mercato Telematico Azionario. Già comunicato il 22 e il 25 febbraio 2019 e confermato il 5 marzo, Sofil si riferisce alla procedura di squeeze-out. Con questa espressione si indica l’istituto giuridico che attribuisce il diritto di acquisto sulle azioni residue nel momento in cui si venga a detenere almeno il 95% del capitale con diritto di voto. La procedura prevede il conseguente trasferimento al Sofil della proprietà di tutte le azioni Parmalat ancora in circolazione.
La banca americana ha richiesto, però, l’annullamento delle delibere con cui la Consob ha approvato il documento informativo presentato da Sofil, relativo all’acquisto delle azioni residue ancora quotate. Citigroup sostiene, sulla base di una sentenza di un tribunale del New Jersey, di essere creditrice di Parmalat, la quale dovrebbe indennizzarla con 347 milioni di euro da saldare con un equivalente numero di azioni, che valgono poco meno di un miliardo di euro al prezzo.
La banca ha così vinto un ricorso al Tar del Lazio per sospendere l’uscita dell’azienda alimentare da Piazza Affari. Il 26 marzo è stata già fissata la trattazione collegiale del ricorso, in cui si saprà se Lactalis potrà averla vinta, quando il tribunale entrerà nel merito delle questioni sollevate da Citigroup.