Mixology: quanti tipi di shaker esistono e quale scegliere in base alle proprie esigenze

Il mondo della mixology continua ad essere intriso di fascino e stile, e ciò è principalmente dovuto allo strumento più iconico nella preparazione dei cocktail: lo shaker.

Il mondo della mixology continua ad essere intriso di fascino e stile, e ciò è principalmente dovuto allo strumento più iconico nella preparazione dei cocktail: lo shaker.

Questo oggetto ha il compito di mescolare, accorpare e raffreddare i drink composti al suo interno, in modo tale da creare una miscela che darà vita al cocktail desiderato. Naturalmente la sua importanza è cruciale in un servizio che si rispetti, dal momento che senza il suo utilizzo non si può creare la giusta amalgama.

Ma come funziona, nello specifico, uno shaker? Gli ingredienti vengono inseriti all’interno dello strumento mediante l’utilizzo di un Jigger consono al tipo di drink che ha intenzione di preparare, e successivamente si passa alla fase di “agitamento”, il cui tempo dedicato dipende dal tipo di cocktail che si intende preparare, e di conseguenza dagli elementi inseriti al suo interno.

Di fondamentale importanza, però, prima delle tecniche e dell’esperienza, è l’utilizzo di attrezzi specifici e di alta qualità. Di conseguenza, scegli i migliori Shaker sul mercato da Ebarman per avere a disposizione sempre degli strumenti adatti e creare conseguentemente dei drink invidiabili. Ma vediamo insieme quali è possibile scegliere.

Le tipologie di shaker

Se si pensa al grado di popolarità, la prima tipologia di shaker che viene in mente è indubbiamente il Boston Shaker, il più comune per via della sua ampia capienza. Esso è generalmente formato da due parti: un bicchiere in metallo o alluminio e una parte superiore in vetro adibita al versamento degli ingredienti. Una terza componente è rappresentata dallo strainer, che serve a filtrare la miscela preparata.

C’è poi il Cobbler Shaker, anch’esso molto diffuso e elegante nel design. A differenza del cugino americano, il Cobbler è sì composto da un bicchiere inferiore in metallo, ma presenta una cupola forata nella parte superiore, copribile con un tappo e che consente di filtrare i drink direttamente durante il versamento. Questa tipologia di shaker si presenta molto versatile e comoda, tanto che negli anni è divenuta quasi più popolare.

Infine vi è il Parisienne Shaker, o Shaker Francese, il più elegante di tutti nelle forme e allo stesso tempo il più difficile da padroneggiare, motivo per il quale risulta essere il meno popolare dei tre. In termini di capienza questo shaker si posiziona tra il Boston e il Cobbler, mentre per quanto riguarda la composizione, esso presenta sia la parte superiore che quella inferiore in metallo. Solitamente questa variante viene sfruttate per mettere in mostra le sue qualità estetiche, specialmente dai più rinomati maestri di mixology.

Quale tipologia scegliere?

Chi si dedica alla realizzazione di cocktails e drink di vario genere sa bene che per poter avere un buon range di preparazione occorre avere un modello per ciascuna tipologia, ma per chi inizia il Cobbler Shaker può risultare una scelta ottimale. Esso infatti si presenta compatto e semplice da utilizzare, oltre a garantire una versatilità quasi senza pari.

Meno indicato invece il Parisienne, data la sua minore maneggevolezza rispetto agli altri tipi di shaker, mentre il Boston è estremamente preciso, capiente e versatile, ma leggermente più difficile da utilizzare rispetto al Cobbler.

Se invece si è esperti ogni tipologia è indicata per l’acquisto, in base al grado di confidenza e manualità con gli oggetti in questione.

Scritto da Redazione Food Blog

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