Il miele è un ingrediente talmente versatile e ricco di benefici, che vale sempre la pena conservarne un vasetto in dispensa da utilizzare all’occorrenza. Vi abbiamo già parlato delle sue innumerevoli proprietà benefiche, per cui in questo articolo approfondiremo un aspetto non meno importante: la corretta conservazione del miele dopo l’apertura. Dopo aver aperto un vasetto di miele possono trascorrere mesi prima che lo si termini, specialmente se ne si fa un uso sporadico e si consumano contemporaneamente più varietà (ne esistono più di 300, tutte con sapori e proprietà diverse tra loro), per cui occorre sapere come conservarlo al meglio per preservarne le caratteristiche organolettiche.
Dove conservare il miele dopo l’apertura
Il miele è un prodotto naturale che può durare a lungo se conservato correttamente. Non solo: si ritiene che il miele non abbia una vera e propria data di scadenza, ma possa durare anni mantenendo pressoché inalterate le sue caratteristiche. Questo a patto che si rispettino alcuni accorgimenti, naturalmente.
Dopo l’apertura potete lasciarlo della sua confezione originale, oppure trasferirlo all’interno di un vasetto in vetro a chiusura ermetica. Fatto ciò, è consigliabile conservarlo in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e luce diretta.
Non è necessario conservare il miele in frigorifero, anzi: è un metodo di conservazione che sconsigliamo in quanto il freddo può causare la cristallizzazione del miele e rendere meno pratico il suo utilizzo, costringendovi di volta in volta a scaldarlo a bagnomaria a 40°C per riportarlo nuovamente allo stato liquido. Evitate anche gli ambienti troppo caldi con temperature superiori ai 25°C.
In generale, è importante evitare di conservare il miele a contatto con altri alimenti, specialmente se la sua confezione non è chiusa ermeticamente, in quanto potrebbero alternarne l’aroma e il sapore. Inoltre, è preferibile utilizzare dei cucchiai o degli appositi spargimiele in legno piuttosto che delle posate in acciaio, in quanto il metallo potrebbe causare l’ossidazione del miele.