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Martina Caruso: chi è la chef premiata dalla Guida Michelin
Il premio
Martina Caruso è stata premiata come Chef Donna 2019 della Guida Michelin.
Con un tale riconoscimento, Martina è entrata direttamente a far parte dell’Atelier des Grandes Dames, il quale rappresenta una prestigiosissima rete di donne, che di professione fanno le chef, impegnata profondamente nel valorizzare e nell’esaltare il talento femminile in questo ambito.
Tra le tante famosissime chef e professioniste troviamo per esempio anche un’icona dell’alta cucina italiana come Antonia Klugmann.
Il suo ristorante “Signum” si trova nell’ affascinante isola di Salina, che fa parte dell’arcipelago delle Eolie.
Le motivazioni che hanno spinto a concedere proprio a Martina questo riconoscimento riguardavano sia la sua passione per l’isola e la voglia di rappresentarla e di far conoscere i suoi sapori sia la capacità di innovazione e la determinazione nello spingersi sempre un po’ più in là.
La storia di Martina Caruso
Martina è nata tra i fornelli: la sua famiglia gestiva già la struttura alberghiera in cui oggi lavora e si esprime la giovane chef.
All’età di 16 anni, Martina, ha deciso di lasciare l’isola per andare a studiare alla scuola alberghiera di Cefalù, dopodichè ha voluto mettersi alla prova lavorando in diversi famosi ristoranti sia in Italia che all’estero per espandere le sue conoscenze culinarie e migliorare la sua tecnica.
Dopo aver maturato queste importanti esperienze è tornata nella sua terra, al Signum, l’albergo e il ristorante della sua famiglia. Qui, grazie alla sua passione già nel 2016 prende la prima stella e nel 2019 è arrivata anche a questo importante traguardo.
Il suo metodo è sempre consistito prima di tutto nel confrontarsi con sincerità e voglia di migliorarsi sia con la famiglia che con la sua squadra.
Secondo Martina coltivare e mantenere dei buoni rapporti, aperti e veri, con le persone che ti seguono nel lavoro quotidiano è davvero importantissimo, più di tutto il resto.
Il fattore umano, sostiene lei, è realmente fondamentale per questo tipo di lavoro che dipende tantissimo dalla sintonia e dalla collaborazione. Con la sua brigata ormai riesce a comunicare solo con uno sguardo.
La sua cucina
La giovane chef, classe 1989, propone ai clienti del suo ristorante stellato una cucina di stampo locale e dai sapori mediterranei ma che non si limita, come abbiamo detto, a rispettare la tradizione ma si propone di valorizzarla aprendosi a contaminazioni interregionali e internazionali.
Questi esperimenti negli abbinamenti e nelle tecniche partono però dai sapori dell’ isola, in e ancor di più dai suoi aromi.
Le due parole chiave per i suoi piatti che rappresentano il filo che unisce tutte le sue creazioni e permette loro di essere così speciali sono l’Equilibrio e la dinamicità!
Nel suo menù come abbiamo detto troviamo tutte le varietà delle materie prime della sua terra e del suo mare ma è doveroso anche aggiungere che Martina ci tiene moltissimo ad affidarsi a piccoli produttori del suo territorio più che alla grande produzione.
Questo è davvero importante per lei e per il modo di vedere la sua professione poiché la sua missione è proprio quella di valorizzare il patrimonio della Sicilia e di farlo crescere attraverso le proposte del suo ristorante che negli ultimi tempi in particolare sta riscuotendo davvero un ottimo successo
Un’abitudine di Martina che l’ha sempre aiutata a prendere ispirazione per i suoi piatti è senza dubbio quella di immergersi nella natura che la circonda.
Lei sostiene che si debba sempre godere del territorio nel quale ci si trova e ascoltarlo profondamente, è necessario stringere un legame con il mare e con gli elementi naturali che sprigionano una grande energia e regalano anche alla giovane chef la forza e l’armonia di cui ha bisogno per esprimersi al meglio.
Oltre che dalla bellezza della sua terra, Martina, poi, ha preso ispirazione, come abbiamo detto, anche da Paesi stranieri. Ancora una volta però, non si è limitata a frequentare cucine e ristoranti o a studiare da libri di grandi chef ma ha voluto entrare in contatto con le tradizioni, con le persone, con la storia dei posti dove si trovava.
L’apertura mentale e il voler provare a vivere senza muri e senza preconcetti sono per lei prerequisiti fondamentali per la sua crescita anche come professionista.