La coratella: un piatto tradizionale del Lazio da riscoprire

Scopri la storia, la preparazione e i segreti di un piatto antico e ricco di sapore.

Origini storiche della coratella

La coratella è un piatto che affonda le sue radici nel XVI secolo, quando veniva preparato come un piatto di scarto dal cuoco del pontefice. Inizialmente, la ricetta prevedeva l’uso di cipolle, ma con il passare del tempo e il crescente successo, si è evoluta fino a includere i carciofi, diventando così un simbolo della tradizione culinaria laziale. Il termine “coratella” deriva da “corata”, che indica le interiora di animali di grossa taglia, mentre il diminutivo si riferisce alle interiora di animali più piccoli, come l’agnello.

Ingredienti e preparazione della coratella

La preparazione della coratella richiede ingredienti freschi e di qualità. I principali componenti sono il cuore, i polmoni, il fegato e la milza dell’agnello, che vengono cucinati in umido con carciofi o cipolle, a seconda delle varianti regionali. Questo piatto è tipico del periodo pasquale, ma può essere gustato in qualsiasi momento dell’anno. È importante seguire alcuni accorgimenti durante la cottura per garantire un piatto saporito e facilmente digeribile. Ad esempio, è consigliabile cuocere le frattaglie a fuoco lento per permettere ai sapori di amalgamarsi perfettamente.

Coratella nei ristoranti e nelle tradizioni familiari

Nonostante la sua ricchezza di sapore e la sua storia affascinante, la coratella è un piatto difficile da trovare nei ristoranti moderni. Spesso è relegata alle piccole trattorie tradizionali o alle cucine delle nonne, dove la preparazione è ancora considerata un’arte. Se vi capita di trovarla nel menù, non esitate a provarla: è un’esperienza culinaria unica che vi porterà a riscoprire i sapori autentici della cucina laziale. Inoltre, una volta cotta, la coratella può essere conservata in frigorifero per un giorno o congelata per un paio di mesi, rendendola un’ottima opzione per pasti futuri.

Scritto da Redazione Food Blog

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