Il CBD potrebbe aiutare chi è impegnato nella lotta contro l’alcolismo. È quanto emerso da uno studio condotto dal Department of Addictive Behavior and Addiction Medicine dell’Università di Heidelberg e pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Psychiatry. Qualora fosse confermata, questa scoperta potrebbe rivoluzionare in maniera definitiva l’approccio terapeutico a quella che è una delle dipendenze più diffuse al mondo.
La canapa è una pianta benefica per l’uomo?
Il cannabidiolo, meglio noto come CBD, è un composto chimico contenuto nella Cannabis Sativa essiccata, scoperto nel 1940. Soltanto negli ultimi anni, però, si sono moltiplicati gli studi sugli effetti benefici di questa sostanza. Tuttavia, i vantaggi legati alla canapa non si limitano alla sola presenza del CBD, ma includono ulteriori proprietà che fanno di questa pianta una vera e propria panacea. Tra i derivati della canapa più richiesti in assoluto figurano i semi che, oltre a un’elevata concentrazione di proteine e aminoacidi essenziali, garantiscono anche un buon apporto di ferro, acidi grassi Omega-3, acido gamma-linolenico, fibre, vitamina E, vitamine del gruppo B (B1, B2), zinco, calcio e magnesio. Inoltre, va detto come i semi di canapa siano un alimento facile da digerire e, di conseguenza, costituiscano un’ottima fonte di proteine per tutti coloro che soffrono di intolleranze alimentari o difficoltà digestive. I semi di canapa biologici proposti da CBDVITAL sono perfetti per gli sportivi, i vegani, gli anziani e le persone attente alla salute. 100 grammi di prodotto forniscono oltre 30 grammi di proteine e quasi 6 grammi di fibre alimentari, in grado di sostenere la funzione intestinale. Tra le caratteristiche più apprezzate dei semi di canapa figura la loro straordinaria versatilità, essendo perfetti per completare tantissime pietanze diverse, inclusi dolci, insalate e frullati.
Il rapporto tra CBD e alcolismo
Lo studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Heidelberg ha fatto luce su un effetto di cui si sapeva poco o nulla. La ricerca ha preso in esame le abitudini alimentari di 28 persone con età compresa tra 18 e 60 anni, tutte affette da una dipendenza dall’alcol lieve o moderata. I 28 individui sono stati divisi in due gruppi: ai primi sono stati somministrati 800 mg di CBD al giorno, mentre agli altri un placebo. Tutti i pazienti hanno poi partecipato a un test psicologico, che li esponeva a determinati stimoli alcolici. Il desiderio di consumare bevande a base di alcol è stato valutato attraverso una serie di questionari, mentre l’attività cerebrale dei partecipanti è stata misurata tramite risonanza magnetica. I ricercatori hanno osservato come i pazienti trattati con il CBD abbiano visto una significativa riduzione dell’attivazione del nucleo accumbens (NAc), l’area cerebrale collegata ai meccanismi di dipendenza e ricompensa. Il CBD ha mostrato, quindi, una straordinaria capacità di inibire il desiderio di bere. Inoltre, più elevate erano le concentrazioni di cannabidiolo nel sangue e minore era la necessità di assumere alcol nei pazienti. Va sottolineato, poi, come i ricercatori non abbiano segnalato nessun effetto collaterale rilevante. In attesa di ulteriori studi che possano far luce su questa straordinaria capacità, è possibile ritenere il CBD una sostanza assolutamente sicura e ben tollerata dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale.