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La festa di San Giuseppe, il 19 marzo, è la vera festa nazionale italiana. Non esiste regione che non la celebri in modi e circostanze diverse, anche se quest’anno le celebrazioni sono tutte sospese e la festa di San Giuseppe trascorrerà, come del resto tutto questo periodo, per tutti, tra le mura domestiche.
San Giuseppe è visto come un artigiano, un lavoratore, e per questo il popolo lo sente vicino. Inoltre, è la figura di un uomo accogliente e generoso, ed ecco perché la sua festa si associa sempre con le elemosine, con l’offrire del buon cibo e così via.
Il pane è l’alimento fondamentale della festa di San Giuseppe. In molte regioni d’Italia è proprio questo il cibo da celebrare e da offrire. Ma anche i dolci diventano protagonisti del giorno dedicato a questo Santo. Dolci “poveri”, fatti con pochi ingredienti e cotti velocemente. Come, ad esempio, le frittelle. E secondo la cucina tradizionale toscana le frittelle non devono mancare mai … a maggior ragione nel periodo in cui cade la festa di San Giuseppe.
I banchetti di San Giuseppe
San Giuseppe rappresenta la versione cristiana dell’antico rito pagano dell’addio all’inverno. I contadini celebravano la bella stagione in arrivo con enormi falò che servivano a liberare i campi dalle sterpaglie per preparare il raccolto. Ma su quel fuoco si poteva arrostire carne, tostare il pane e altre bontà da degustare accompagnati dall’ottimo vino rosso del posto.
In onore di San Giuseppe si “mangia fino a scoppiare” e nessuno può rifiutare il cibo offerto. In particolare, essendo una festa, sono i dolci che devono renderla speciale. I dolci della tradizione popolare sono sempre le frittelle. Le frittelle di San Giuseppe si preparano con riso, latte e zucchero e in Toscana la ricetta “madre” si tramanda da generazioni. Oggi chiunque, in città o in campagna, sa come preparare le deliziose “zeppole” del Santo.
A Firenze esiste un posto particolare in cui la festa di San Giuseppe inizia con enorme anticipo. Fin dal Carnevale! Si tratta del paese delle frittelle per eccellenza, San Donato in Collina (frazione di Rignano sull’Arno). Dal 1978, ogni anno, questo piccolo borgo raduna golosi da tutta la provincia e da tutta la Toscana per degustare allegramente in piazza lo “street food” più buono della regione. La Sagra delle Frittelle di San Donato in Collina esalta i palati per diverse settimane, a volte anche per due mesi buoni. Di solito prende il via in gennaio per concludersi direttamente il 19 marzo.
È San Giuseppe anche in casa
Quest’anno, purtroppo, la sagra di San Donato in Collina non ha avuto luogo. Come molti altri eventi in tutta Italia è stata cancellata a causa della emergenza pandemia dovuta all’influenza Coronavirus. Sarà dunque una festa di San Giuseppe diversa, quella del 2020. Una festa da vivere in casa, senza contatti sociali se non quelli dei propri cari. E se da un lato questo sembra molto triste, dall’altro potrebbe essere l’occasione di vivere veramente un rapporto speciale con il proprio padre o, se si è padri, con i figli.
Una festa in tono minore con le piazze vuote… ma non per chi vuole comunque celebrarla in famiglia. E quale occasione migliore, per rendere meno lunga la quarantena, se non provare a fare le frittelle voi stessi? Ecco la ricetta autentica della tradizione toscana che avreste assaggiato alle sagre di paese e che riscalderà le vostre case in questa situazione particolare.
La ricetta delle frittelle di San Giuseppe
Ingredienti
- 250 gr di riso;
- 125 ml di latte circa;
- 2 uova;
- 1/2 bicchierino di rum;
- 65 gr di zucchero;
- 1/2 bustina di lievito per dolci;
- 1 cucchiaio di farina;
- 1 stecca di vaniglia;
- buccia di limone;
- buccia di arancia.
Preparazione
Per prima cosa fate bollire il riso insieme al latte finché non rapprende. Aggiungete l’uvetta ammollata nel rhum insieme al suo rhum e fate cuocere altri 20 minuti circa. Unite a questo punto l’essenza o il baccello di vaniglia. A fine cottura, versate il riso in una ciotola capiente, mescolate per bene, unite gli altri ingredienti rimasti (zucchero, uova sbattute, lievito, farina, aromi di agrumi) e fate riposare per circa un’ora. Quindi con un cucchiaio formate delle palle di riso e gettatele nell’olio caldo finché non saranno ben dorate. Fatele scolare su carta assorbente e spolveratele con zucchero a velo.