Crisi dell’ortofrutta italiana: perdite e soluzioni per il futuro

Un'analisi della crisi del settore ortofrutticolo italiano e delle possibili strategie di rilancio.

La crisi del settore ortofrutticolo italiano

Negli ultimi quindici anni, il settore ortofrutticolo italiano ha vissuto una crisi senza precedenti, con la perdita di quasi 300mila ettari di superfici coltivate. Questo dato allarmante è emerso durante un incontro organizzato da Coldiretti e Filiera Italia al salone Fruit Logistica di Berlino. La superficie coltivata a frutta e agrumi è scesa sotto i 500mila ettari, segnando un duro colpo per un settore che ha sempre vantato primati europei nella produzione di kiwi, pere e agrumi.

Le cause della crisi

La crisi è il risultato di una combinazione di fattori. In primo luogo, il prezzo riconosciuto agli agricoltori è spesso inferiore ai costi di produzione, rendendo insostenibile l’attività per molte aziende. Inoltre, l’aumento dei costi per manodopera, energia e trasporti ha spinto i produttori a ridurre le coltivazioni o addirittura a chiuderle. A complicare ulteriormente la situazione ci sono i cambiamenti climatici, che hanno portato a eventi estremi come alluvioni e siccità, causando danni ingenti ai raccolti.

Impatto sulla produzione e sui consumi

La riduzione delle superfici coltivate ha avuto un impatto diretto sulla bilancia commerciale italiana, trasformando il Paese da esportatore a importatore di ortofrutta. Negli ultimi cinque anni, le famiglie italiane hanno ridotto significativamente gli acquisti di frutta e ortaggi, con una diminuzione di 40 kg pro capite. Questo trend non è solo preoccupante dal punto di vista economico, ma ha anche ripercussioni sulla salute dei consumatori, evidenziando un problema più ampio legato alla qualità della dieta.

Strategie per il rilancio del settore

Per affrontare questa crisi, Coldiretti ha proposto diverse strategie, tra cui una maggiore aggregazione tra produttori e investimenti per l’adattamento climatico. È fondamentale incentivare le fusioni e l’adesione alle Organizzazioni di Produttori (OP) per migliorare la competitività. Inoltre, è necessario promuovere l’uso di nuove tecnologie per garantire una produzione sostenibile e tutelare il Made in Italy. La lotta contro la concorrenza sleale e la promozione di regole di reciprocità con i paesi esportatori sono essenziali per il futuro del settore.

Scritto da Redazione Food Blog

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