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Cibo e identità: un viaggio tra culture in Israele e Palestina
Quando si parla di cibo in Israele e Palestina, il discorso si intreccia inevitabilmente con le questioni di identità e appartenenza. Ogni piatto, ogni ricetta, può diventare un simbolo di divisione o, al contrario, di condivisione. Questo è il tema centrale che emerge dalle parole di due artiste, Noa e Mira Awad, che hanno scelto di utilizzare la loro musica come ponte tra culture diverse. In occasione del Festival di Sanremo, si esibiranno insieme, sottolineando come anche il cibo possa rappresentare un punto di incontro.
Il dibattito sull’hummus: un simbolo di appartenenza
Il hummus è un piatto emblematico che suscita accesi dibattiti tra israeliani e palestinesi. Mira Awad, con un tocco di ironia, afferma: “Noi lo compriamo al supermercato!”. Questo semplice commento mette in luce come, nonostante le dispute su chi ne detenga la ricetta originale, l’hummus sia un elemento condiviso della cultura culinaria. Noa aggiunge che, sebbene non ami particolarmente l’hummus, riconosce il suo valore come simbolo di un patrimonio culturale comune. “Possiamo prendere l’hummus come esempio di qualcosa che possiamo condividere”, afferma, sottolineando l’importanza di trovare un terreno comune.
Le radici familiari e la diversità culinaria
Entrambe le artiste raccontano come le loro origini familiari influenzino il loro rapporto con il cibo. Mira, con una madre bulgara e un padre palestinese, descrive i piatti arabi che ha imparato ad amare, come le foglie di vite ripiene. Noa, invece, con radici yemenite, parla della varietà di sapori che caratterizzano la cucina israeliana, frutto della mescolanza di culture. “La cucina israeliana è estremamente variegata, perché rispecchia la diversità delle persone che vi abitano”, spiega, evidenziando come la tavola sia un luogo di incontro e scambio.
La passione per la cucina italiana
Quando si tratta di cucina italiana, entrambe le artiste si mostrano entusiaste. Mira racconta di aver scoperto i testaroli in Liguria, mentre Noa condivide la sua passione per la pasta al pesto di pistacchio. Nonostante le loro scelte alimentari siano cambiate nel tempo, la loro ammirazione per la cucina italiana rimane intatta. Noa, che ha smesso di mangiare pesce, ha trovato nuove ricette vegetariane che la soddisfano, ma ammette di non poter rinunciare a certe prelibatezze come il cappuccino e i formaggi. Questo riflette la complessità del rapporto con il cibo, che è tanto una questione di gusto quanto di identità.