Chiusura di una gelateria a Milano: il caso di Ice Bound e la movida

La gelateria Ice Bound chiusa per tre giorni a causa di provvedimenti anti movida.

Il caso della gelateria Ice Bound

Una gelateria di Milano, Ice Bound, ha subito una chiusura di tre giorni a causa della vendita di gelati oltre le ore 22. Questo provvedimento ha suscitato una serie di polemiche e proteste, evidenziando le difficoltà che i commercianti devono affrontare a causa delle normative anti movida. Il titolare, Roberto Cassina, ha esposto la sua frustrazione attraverso un cartello affisso all’esterno del locale, dove si legge: “Ci hanno chiuso perché vendevamo il gelato dopo mezzanotte”.

Le motivazioni dietro la chiusura

Il provvedimento è stato emesso su disposizione del questore di Milano, richiamando l’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Questo articolo è solitamente associato a situazioni di grave ordine pubblico, ma nel caso di Ice Bound, la questione sembra essere molto diversa. Cassina ha dichiarato di essere stato colto di sorpresa dall’intervento delle autorità, che è avvenuto senza preavviso. “Ho dovuto buttare via il gelato, migliaia di euro di merce”, ha lamentato il titolare, sottolineando l’assurdità della situazione.

Le conseguenze per i commercianti

La chiusura della gelateria ha messo in evidenza le difficoltà che i commercianti di Milano devono affrontare a causa delle normative restrittive. Cassina ha ricevuto due multe precedenti per violazioni simili, ma si chiede perché sia stata necessaria una chiusura così drastica dopo mesi di controlli. “Se davvero fosse stata una situazione grave, perché aspettare quasi un anno per chiudermi il locale?”, ha chiesto. La situazione è particolarmente grottesca, considerando che l’ordinanza che vieta la vendita di cibo e bevande dopo le 22 è stata introdotta per rispondere alle lamentele dei residenti, ma colpisce solo un numero limitato di attività commerciali.

Un’ingiustizia per i commercianti

Il titolare della gelateria ha espresso il suo disappunto per il fatto che solo sette locali a Milano siano stati colpiti da queste restrizioni, mentre nelle vicinanze ci sono altri esercizi commerciali che rimangono aperti. “Chiudere alle 22 penalizza il commercio”, ha affermato Cassina, evidenziando l’ingiustizia della situazione. La sua testimonianza è un chiaro esempio delle sfide che i commercianti devono affrontare in un contesto normativo che sembra non tener conto delle reali esigenze del settore.

Scritto da Redazione Food Blog

Rollè di pollo in salsa di avocado: un piatto elegante e leggero

Tagliatelle fresche ai carciofi e prezzemolo: un piatto semplice e gustoso

Leggi anche