Bufala, burrata e fior di latte: differenze e confronto tra mozzarelle

Scoprite cosa c'è di diverso tra bufala, burrata e fior di latte? Ecco le differenze e confronto tra mozzarelle!

Bufala, burrata e fior di latte sono prodotti molto simili tra di loro in apparenza, ma totalmente differenti nella pratica. C’è chi preferisce l’uno all’altro e chi mangia tutti e tre, ma qual è la differenza tra mozzarella di burrata, bufala e fior di latte? Mettiamo le mozzarelle a confronto!

Bufala, burrata e fior di latte: confronto e differenze tra le mozzarelle

Dell’amata mozzarella ne esistono differenti tipologie, che si distinguono in base al latte utilizzato, ma soprattutto dalla provenienza. C’è la burrata, la mozzarella di bufala e anche il fior di latte tra quelle più amate e conosciute ma qual è la differenza?

La mozzarella di Bufala ha origine in Campania nel XII secolo, dove la produzione di questo formaggio si è sviluppato tra Caserta, Salerno e il Cilento. Il tutto ha inizio dallo stanziamento della bufala, animale di origine indiana, in Italia dovuto o all’invasione longobarda, oppure alla dominazione della Sicilia da parte degli Arabi e dei Normanni. Si tratta comunque di un animale che predilige gli habitat paludosi e acquitrinosi, per questo si è diffuso così rapidamente al Sud Italia con prevalenza in Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.

La burrata, invece, ha una storia molto più recente: è nata in Puglia, più precisamente ad Andria nel 1956 grazie all’ingegno e alla creatività del casaro di Castel del Monte Lorenzo Bianchino. Si racconta che quell’anno una tremenda nevicata avesse reso difficili i trasporti di latticini: il casaro della masseria Piana Padula aveva così ideato una sacca di pasta filata per conservare la panna e la mozzarella sfilacciata.

Si può dire che la burrata così ottenuta sia una rivisitazione fresca della manteche, formaggi a pasta filata leggermente stagionati ripieni di burro. Si tratta di pasta filata sfilacciata mista a panna, che fornisce una consistenza cremosa simile al burro. La burrata italiana più prestigiosa e conosciuta è quella di Andria, che vanta anche la certificazione IGP e può essere prodotta solo ed esclusivamente da sette caseifici della zona.

Cosa differenzia invece la mozzarella di bufala dal fiordilatte? Quest’ultimo deriva esclusivamente dal latte di mucca fresco e leggero. Non dal latte vaccino o dal latte bufalino come la mozzarella.

Bufala, burrata o fior di latte? Mozzarelle a confronto e cosa le distingue

Vediamo quali sono le differenze tra bufala, burrata e fior di latte analizzando ogni singola tipologia di mozzarella, al via con le mozzarelle a confronto!

Mozzarella di Latte di Bufala: quella più diffusa è la Mozzarella di Bufala Campana DOP, ma anche fuori dalla Campania vengono prodotte delle ottime Mozzarelle con diversi tipi pregiati di latte di bufala, come in Molise e in Piemonte.

Di colore bianco acceso, la sua pasta è relativamente morbida, con un tenue aroma e caratteristico gusto di latte di bufala e un leggero retrogusto di sale, dovuto al liquido di governo nel quale la Mozzarella viene conservata.

Burrata: la Burrata è un famoso formaggio fresco tipico della Puglia. Prodotta con latte vaccino, viene apprezzata anche la sua variante con il latte di bufala. Assomiglia molto al Fiordilatte dall’esterno, se non fosse per la peculiarità che racchiude al suo interno: possiede infatti un soffice e dolce cuore di stracciatella, composta da panna e sfilacci della stessa pasta “stracciata”.

Infine c’è la mozzarella Fiordilatte o mozzarella di Latte Vaccino, è la tipica mozzarella ma fatta con latte vaccino, anziché con il latte di bufala. In Campania è famoso e apprezzato il Fiordilatte di Agerola, fatto sui Monti Lattari con latte di vacca agerolese, in via di estinzione, particolarmente ricco di grassi.

La differenza tra le due è che la mozzarella di bufala viene venduta nel liquido di governo, mentre non è così per il Fiordilatte tradizionale e genuino. Questo influisce sulla conservazione, molto più breve ma d’altra parte viene così esaltato al massimo il sapore e l’aroma del latte, che non viene compromesso dal gusto del sale.

Scritto da Chiara Sorice

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