Bartolomeo Scappi: il genio della cucina rinascimentale italiana

Un viaggio attraverso la vita e le opere del più grande cuoco del Cinquecento

La figura di Bartolomeo Scappi

Bartolomeo Scappi, nato nel 1500 a Runo di Dumenza, è considerato uno dei più grandi cuochi della storia italiana. La sua carriera si sviluppò in un periodo di grande fermento culturale e artistico, il Rinascimento, che influenzò profondamente la sua arte culinaria. Scappi lavorò in diverse città italiane, tra cui Milano, Venezia e Bologna, prima di stabilirsi a Roma, dove raggiunse l’apice della sua carriera.

Un banchetto per l’imperatore

Nel 1536, Scappi organizzò un sontuoso banchetto per l’imperatore Carlo V, un evento che segnò la sua ascesa nel mondo della cucina aristocratica. La sua abilità nel combinare sapori e presentazioni lo rese famoso tra i nobili e i potenti dell’epoca. Scappi servì anche due papi, Pio IV e Pio V, consolidando ulteriormente la sua reputazione. La sua opera più celebre, “Opera”, pubblicata nel 1570, è un monumentale ricettario che raccoglie il sapere culinario dell’epoca, rappresentando una summa della cucina rinascimentale italiana.

Un’opera senza tempo

“Opera” non è solo un ricettario, ma un vero e proprio compendio della cultura gastronomica italiana. Scappi vi raccolse ricette provenienti da diverse regioni, evidenziando le peculiarità locali e le tradizioni culinarie. Le sue descrizioni dettagliate delle preparazioni e degli ingredienti offrono uno spaccato della vita quotidiana dell’epoca, rivelando come la cucina fosse un riflesso della società. Scappi non si limitava a riportare ricette, ma si impegnava a documentare anche le differenze linguistiche e culturali, dimostrando una profonda connessione con il suo tempo.

Un cuoco attento alle tradizioni

Scappi era un osservatore attento delle pratiche culinarie locali. Le sue esperienze nei mercati di Venezia e Ravenna gli permisero di apprendere ricette e tecniche dai contadini e dai pescatori, integrando la cultura popolare con le tradizioni aristocratiche. Questo approccio inclusivo e rispettoso delle diverse culture gastronomiche ha reso il suo lavoro unico e innovativo. La sua capacità di mescolare il sapere popolare con le tecniche più raffinate ha contribuito a elevare la cucina italiana a nuove vette.

Un’eredità duratura

Bartolomeo Scappi morì nel 1577 e fu sepolto nella chiesa dei santi Vincenzo e Anastasio a Roma, un luogo dedicato ai cuochi e ai fornai. La sua eredità vive ancora oggi, non solo attraverso le ricette che ha lasciato, ma anche per l’impatto che ha avuto sulla cucina italiana e sulla cultura gastronomica europea. Scappi è ricordato non solo come un grande cuoco, ma anche come un innovatore che ha saputo unire tradizione e modernità, rendendo la cucina italiana un simbolo di eccellenza nel mondo.

Scritto da Redazione Food Blog

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