Barbera d’Asti festeggia quest’anno dieci anni di DOCG

Il Consorzio della Barbera d'Asti - vino piemontese - festeggia quest'anno dieci anni di Docg.

Il Consorzio della Barbera d’Asti festeggia quest’anno dieci anni di Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Il vino piemontese, con una produzione aumentata in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni, ha raggiunto 21 milioni di bottiglie, per un valore di comparto di oltre cento milioni di euro. Molto apprezzato ed esportato in metà nel mondo, i mercati più gettonati sono Nord Europa, Nord America e Canada.

Le origini della Barbera d’Asti

L’anno di comparsa per la prima volta della Barbera è il lontano 1512, poiché il nome compare all’interno di un atto catastale di quell’anno. Da quel momento, la sua diffusione è immediata e diventa subito il vino consumato quotidianamente dai contadini per accompagnare i pasti. Questo profondo legame con la vita di tutti rappresenta infatti il carattere identitario della Barbera. La notorietà del vino piemontese è poi andata sempre più in crescita.

La barbera – vitigno piemontese – si vendemmia negli ultimi giorni di settembre ed esistono due modalità di produzione del vino. La prima, destinata ad un consumo immediato, consiste nella vinificazione in acciaio. Si è affiancato l’uso delle botti, che devono contenere il vino per almeno 6 mesi, con lo scopo di produrne uno di tipologia superiore, più complessa e consigliata ad un utilizzo posticipato nel tempo. Quest’ultimo aspetto si è rivelato di grande importanza e ha contribuito alla diffusione del vino. Oltre ad avere circa il 30% dei vigneti in Piemonte, la Barbera è considerato tra i migliori vini rossi italiani e sta avendo un consenso sempre maggiore anche in Europa.

La Barbera d’Asti ha un colore rosso, simile al rubino, molto brillante e profondo. Il sapore in bocca è immediato, grazie ad un gusto intenso, vigoroso e piacevole. Il frutto ha una delicata nota floreale, mentre quello di tipologia superiore presenta anche note speziate, come cioccolato o vaniglia. Questo ha contribuito ad accompagnare il nome del vino con la sigla “DOC”, cioè denominazione e origine controllata. L’acronimo non indica solamente che l’uva viene raccolta in una zona specifica, ma fa anche da garante circa la qualità del vino.

La festa per il 10 anni della Docg

Proprio quest’anno il Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato hanno festeggiato i dieci anni di Docg. Filippo Mobrici – presidente del Consorzio di tutela – dice: “Il vero grande valore aggiunto della Barbera d’Asti resta l’elevatissima qualità della produzione, frutto di una selezione sempre più attenta a partire dal vigneto. Ma quello che i numeri dicono solo in parte è il valore di un comparto, 11 mila gli ettari tutelati dal Consorzio della Barbera, che si riflette anche sulla promozione del territorio”.

Scritto da alice sacchi

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