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Amarone, un simbolo del Made in Italy
Oltrepassando il suo status di eccellenza tra i vini veneti, l’Amarone della Valpolicella negli ultimi anni è diventato uno dei vini italiani più famosi e amati a livello internazionale.
L’Amarone è un vino che richiede un lungo invecchiamento e che racconta, un metodo di produzione sapiente, i cui dettagli si tramandano da generazioni.
Fra le famiglie con una grande storia alle spalle, di produzione e tradizione di Amarone della Valpolicella c’è la famiglia Accordini.
Guido Accordini enologo ed imprenditore agricolo, assieme alla moglie Liliana, guida e tramanda sapienza legata al territorio, da quando il mezzadro Igino Accordini ha iniziato la produzione di Amarone nel 1821.
Guido Accordini ha valorizzato l’eredità del padre Igino, innovando il ruolo di hospitality e ampliando in modo esponenziale l’export, si può ritrovare quanto impegno si cela all’interno di una bottiglia di Amarone, il cui assaggio comporta una vera e propria esperienza sensoriale d’alto livello.
Ciò ampiamente giustifica il suo costo, poiché si fa portatore d’un marchio di pregio, esemplificato da Accordini come Made in Italy ed altre etichette.
Nonostante la crescente fama, svariati appassionati di vino non hanno sufficiente familiarità con l’Amarone e si interrogano spesso riguardo le tempistiche ideali, ovvero, nello specifico, riguardo quanto possono lasciare una bottiglia di Amarone in cantina.
Vediamo di seguito alcuni consigli sul vino simbolo della Valpolicella, insieme a suggerimenti utili per la conservazione e il servizio dell’Amarone.
Come conservare l’Amarone?
Purché sia nel giusto ambiente, l’Amarone si conserva anche per decenni.
Se già si è abituati a stoccare vini rossi importanti, per quanto riguarda l’Amarone si applicano le stesse regole.
In particolar modo, la temperatura è il fattore chiave da prendere in considerazione durante l’invecchiamento: deve essere compresa tra gli 11° e i 16° gradi centigradi.
Vanno assolutamente evitati sbalzi e cambiamenti repentini all’interno dell’ambiente dove viene conservata la bottiglia, che porterebbero spesso a un ingresso di ossigeno nella bottiglia.
Anche l’umidità riveste un ruolo cruciale.
Assicurando un intervallo compreso tra il 50% e il 70% di umidità, il tappo si conserverà umido e adeguatamente sigillato, prevenendo l’ingresso di aria.
Il buio è un altro fattore importante, perché le bottiglie di Amarone, già in vetro spesso e scuro, devono comunque riposare in un ambiente protettivo.
Deve essere evitata l’esposizione diretta alla luce e al sole, favorendo un’oscurità completa.
Qualora non fosse possibile, le bottiglie andrebbero essere posizionate in scatole di cartone o di legno.
Infine, un cenno riguarda proprio la posizione della bottiglia di Amarone, sigillata con sughero naturale di alta qualità.
Essa va conservata a un’angolazione che consenta al vino di rimanere in contatto con il sughero, in modo che mantenga la tenuta ermetica.
Quanto invecchia un Amarone?
I produttori della Valpolicella, dichiarano con orgoglio che si può dimenticare il loro Amarone in cantina.
Tuttavia, non tutte le bottiglie sono uguali e il tempo di invecchiamento può variare in maniera notevole.
Onde evitare di rovinare un prodotto prezioso in cantina, è importante conoscere una regola semplice da applicare, ossia che un tempo più lungo in botte si tradurrà in maggiore longevità in bottiglia.
Nell’ambito della denominazione DOCG e del suo disciplinare, l’Amarone può essere immesso sul mercato dopo due anni di affinamento in botte.
Per accorciare i tempi si usano barrique di rovere francese da 225 litri le quali, con un rapporto tra volume e area inferiore favoriscono l’ossigenazione.
Ciò abbrevia i tempi, ma riduce al contempo la durata di conservazione delle bottiglie di un Amarone.
Quando si acquista una bottiglia di Amarone è molto importante dunque controllare le indicazioni in etichetta.
Idealmente, con due anni in barrique, il vino andrebbe bevuto entro otto o dieci anni.
Si tratta di un consiglio generale, perché se ci si trova di fronte a un Amarone davvero eccellente, si può gustare anche successivamente.
Per quei tipi di Amarone che invecchiano in grandi botti di rovere per un tempo più lungo, dai cinque fino agli otto anni, il riposo in cantina dopo l’acquisto può prolungarsi fino a quindici o anche vent’anni.
Se si pone questa domanda a Guido Accordini, grande esperto di Amarone della Valpolicella, della cantina Accordini Igino, la risposta a coloro che si chiedono quando è meglio aprire una bottiglia di Amarone sarebbe: “Sempre! Solo i grandi vini come l’Amarone sono un lusso che tutti si possono permettere.”
Inoltre Guido Accordini aggiunge, “ sfatiamo questo luogo comune secondo cui il vino più invecchia e più buono. Il vino cambia e può più o meno piacere. L’Amarone, come caratteristica principale sua è che migliora; diventa più armonico e rotondo. Io seguo un’abitudine; nelle riserve specialmente ogni 8 anni faccio stappare, controllare e ritappare il vino; è una questione di tappo. Se il tappo è buono, non c’è problema. “
Scopriamo di seguito quanto può riposare un Amarone prima di essere gustato.
Quando va aperta una bottiglia di Amarone?
Quando acquisti una bottiglia di Amarone, di solito è pronta da bere.
A dispetto di quanto si potrebbe pensare, infatti, è possibile bere un Amarone anche appena dopo averlo acquistato, grazie alla sua versatilità e alla sapienza produttiva della Valpolicella, tuttavia questo vino più matura in cantina, più si addolcisce.
Un Amarone giovane può ricordare sentori di frutta e fiori secchi, spezie dolci come la cannella e, almeno per i primi sorsi, sono ancora ritrovabili i sentori varietali tipici dell’uva Corvina.
Con una decina d’anni di affinamento, un Amarone evolverà divenendo più morbido e vellutato, dando vita a sentori più complessi e tostati, come cioccolato fondente, tabacco, caffè e cuoio. Se si aspetta un altro po’, dopo quindici anni, l’Amarone sarà in grado di sviluppare aromi spiccatamente terziari e molto rari per un consumatore moderno.
Un vino invecchiato per trent’anni sarà molto più delicato di uno giovane, il che richiede una consumazione rapida, entro poche ore dal momento in cui viene aperta la bottiglia per prevenire una rapida ossidazione.
Tutti i fattori che abbiamo elencato sono fondamentali per capire per quanto tempo si vuole mettere una bottiglia di Amarone a riposare in cantina.
Quanto prima del servizio va aperta la bottiglia?
In alcune guide enologiche si legge che, quando giunge il momento di aprire una bottiglia di vino, si dovrebbe contare un’ora di ossigenazione per ogni anno di affinamento in bottiglia, il che comporterebbe per un Amarone degli anni Ottanta, un’apertura almeno il giorno prima.
Naturalmente, non è necessario un tempo di respirazione così lungo.
Tre ore al massimo possono essere ampiamente sufficienti anche per le bottiglie d’annata.
Uno degli aspetti che non si devono mai dimenticare, infatti, è anche quello di stare a guardare come evolve un vino dopo che si è aperta la bottiglia a pasto e come gradualmente lascia intravedere profumi e complessità sempre più intense ad ogni mescita. Di fatto, con un vino sfaccettato e lussuoso come l’Amarone, ogni sorso sarà unico.