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Il panorama attuale del latte a lunga conservazione
Negli ultimi anni, il latte a lunga conservazione ha guadagnato una crescente popolarità tra i consumatori italiani, grazie alla sua praticità e durata. Tuttavia, un recente studio condotto da Altroconsumo ha rivelato che nessuno dei marchi più diffusi in Italia riesce a distinguersi per qualità. Con un punteggio massimo di 67 su 100, il miglior latte a lunga conservazione si colloca nella fascia media, evidenziando un netto peggioramento rispetto agli anni precedenti.
Un aumento dei prezzi senza un miglioramento della qualità
Secondo le rilevazioni dell’Istat e del ministero delle Imprese e Made in Italy, il costo del latte a lunga conservazione è aumentato significativamente, passando da circa un euro nel 2022 a 1,24 euro nel 2025, un incremento del 34%. Questo aumento di prezzo non si traduce in una qualità superiore, come dimostrano i risultati dei test di laboratorio. Gli esperti di Altroconsumo hanno analizzato vari marchi, concentrandosi sul latte parzialmente scremato, il più venduto in Italia, e hanno riscontrato che le caratteristiche nutrizionali sono state compromesse da trattamenti termici eccessivi.
La qualità del latte: un’analisi approfondita
Le analisi di laboratorio hanno rivelato risultati deludenti, in particolare per quanto riguarda l’indice crioscopico, che misura la presenza di acqua aggiunta nel latte. La maggior parte dei campioni ha mostrato un indice anormalmente alto, suggerendo una diluizione del prodotto. Inoltre, le prove di assaggio hanno confermato che il sapore del latte è risultato piuttosto piatto, senza particolari note distintive. Questo porta a riflettere sull’importanza di leggere attentamente le etichette, poiché solo 12 dei campioni analizzati sono stati prodotti con latte italiano, e la provenienza non sempre garantisce una qualità superiore.
Il ruolo delle etichette e la sostenibilità
Altroconsumo sottolinea l’importanza di prestare attenzione alle etichette, che devono indicare l’origine del latte. È interessante notare che alcuni marchi ottengono punteggi più alti per il latte proveniente da paesi dell’UE rispetto a quello di origine italiana. Questo mette in luce la complessità del mercato e la necessità di una maggiore trasparenza da parte dei produttori. La sostenibilità dell’imballaggio e il confronto dei prezzi sono stati altri aspetti considerati nell’analisi, evidenziando come il consumatore debba essere sempre più consapevole delle proprie scelte.