Dalle note astringenti, il the verde proviene da una pianta chiamata “Camellia Sinensis”. Le sue foglie si sottopongono ad un breve trattamento al vapore, in modo che mantengano tutte le loro proprietà organolettiche. Una procedura diversa da quella per ottenere il the nero che, pur condividendo la stessa origine, viene fatto macerare e ossidare, con successivi porzionamento ed essiccazione.
I 10 benefici del the verde
La sua fama come panacea di molti mali è totalmente meritata: ovviamente bisogna ricordare che la sua efficacia è da intendersi all’interno di un regime alimentare corretto, di uno stile di vita sano e in un consumo costante, anche se non si deve eccedere. Di seguito i 10 benefici per l’organismo.
- Il the verde, a differenza di quello nero, ha un’azione sbiancante sui denti, a patto di consumarlo senza dolcificanti o latte. Nel primo caso, si favoriscono le carie, mentre nel secondo ha luogo un blocco dei tannini, che hanno una funzione antiossidante.
- Ha ridotte quantità di caffeina rispetto ad altre sostanze nervine. Una tazza d’infuso ne contiene all’incirca la metà di una di caffè, con l’annullamento di tutti gli effetti negativi sull’umore.
- L’infusione deve essere fatta a 80°C: in questo modo conserva i polifenoli (presenti fino a circa un terzo del peso secco) e non diventa amaro, come invece avviene quando si versano le foglie del the al punto di ebollizione; pertanto non si presta alla preparazione in decotto.
- Ha un moderato effetto dimagrante, paragonabile a quello della sibutramina, principio attivo utilizzato come coadiuvante nelle diete: secondo studi portati avanti dall’Università di Siena, un consumo costante porta risultati apprezzabili senza riscontrare aumenti della pressione arteriosa.
- Assunto regolarmente fin dalla giovane età, il the verde tende ad avere un effetto protettivo contro i tumori per la presenza di una particolare classe di polifenoli, detti catechine. L’epigallocatechina-3-gallato in particolare, è efficace sia a livello preventivo che in stadio primordiale, per le sue proprietà anti-ossidative e anti-infiammatorie
- Questa prodigiosa bevanda apporta benefici anche sul livello di colesterolo totale, abbassando il valore di quello cattivo (LDL) senza intaccare il parametro HDL (“colesterolo buono”); questo minimizza il formarsi di placche nei vasi sanguigni, che risultano protetti dall’arteriosclerosi.
- Ha anche proprietà termogeniche: a parità di altri alimenti come sedano, zenzero, pompelmo, peperoncino e caffè, un consumo costante di the verde permette di bruciare leggermente di più a riposo.
- Oltre ad avere un alto contenuto in polifenoli, è ricco di vitamina C, che concorre alla produzione di collagene e alla protezione della cute dai raggi UV, e possiede parte delle vitamine del complesso B, fondamentali per l’elaborazione dei macro-nutrienti.
- Ha una buona percentuale di manganese, minerale benefico per i sistemi nervoso, immunitario ed osteo-articolare: rispetto al the nero, presenta una maggiore bio-disponibilità.
- Non favorisce scompensi addominali, quindi chiunque fosse soggetto a fenomeni putrefattivi o fermentativi del lume intestinale può bere il the verde in tranquillità.
Altre curiosità sul the verde
Provenienti per lo più dal Giappone e dalla Cina, le varie tipologie si distinguono per differente esposizione climatica e lavorazione: tra quelli nipponici più conosciuti in Italia bisogna ricordare il the verde “bancha”, che ha un ridotto contenuto di caffeina rispetto agli altri, e la varietà “matcha”.
Quest’ultima non è altro che una polvere solubile, ottenuta sempre dalle foglie trattate con il vapore: ne basta la punta di un cucchiaino per ottenere una bevanda verde brillante. Tra quelli cinesi, il più noto è il “gunpowder“, chiamato in questo modo perché le sue foglie arrotolate ricordano la polvere da sparo.
Si consiglia di non consumarne più di due-tre tazze al giorno per non avere ripercussioni negative sul fegato e di berlo appena filtrato, senza aggiunta di dolcificanti, ad eccezione di un cucchiaino di miele o di un po’ di succo di limone, per impedirne l’ossidazione e non disperdere le sostanze benefiche.