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Roma Caput Mundi è l’idea per trascorre anche solo un giorno tra le bellezze storiche e monumentali della Capitale. Ma non solo. La città cosmopolita nasconde un quartiere ebraico: il Ghetto. Ecco il miglior ristorante del Ghetto di Roma in base a qualità/prezzo.
Dove mangiare al Ghetto di Roma: miglior ristorante per qualità/prezzo
Dove mangiare bene al Ghetto di Roma, antico quartiere ebraico, dedito alle tradizioni della cucina giudaico-romanesca? La Comunità Ebraica di Roma è la più antica d’Europa. Ma qual è il miglior ristorante per qualità prezzo? Scoprite i migliori ristoranti da provare a buon prezzo.
Bellacarne
Il ristorante di carne a Roma per eccellenza, del proprietario Alberto Ouazana figlio dello shoket, il rabbino che si occupa dalle macellazione della carne secondo il rituale ebraico. Inoltre è proprietario di uno dei punti di riferimento degli ebrei romani per la spesa, Kosher Delight.
Ba’ Ghetto
Ristorante di carne o ristorante di latte. Sono due gli indirizzi di questo ristorante kasher con origini tripoline al Portico d’Ottavia, dove la versione Milky serve solo piatti di latte e la versione tradizionale quelli di carne. Da loro si possono trovare i piatti mediorientali come i burik e la baklava.
Sora Margherita
Probabilmente una delle trattorie più economiche del Ghetto. Si entra da una porticina su piazza delle Cinque Scole e ci si infila in un locale stretto e lungo stipato di tavolinetti. I piatti, nonostante le porzioni generose, sono ricercati, scritti ancora a mano su un foglio “menu” e presentati con cura, sia quelli di tradizione ebraica (come il carciofo alla giudia) che romana (il bollito alla picchiapò). Vasta la scelta dei primi per i vegetariani (fettuccine fatte in casa al pesto, al pomodoro e basilico, cacio e pepe e ricotta).
Taverna del Ghetto
Patè di fegato all’ebraica, tortino di aliciotti e indivia e baccalà fritto tra gli antipasti di questa rinomata taverna di Portico d’Ottavia. Se vi capita di mangiare alla Taverna del Ghetto, non potete non assaggiare la concia di zucchine: zucchine, tagliate e fritte in olio di oliva. Tra i primi troviamo la carbonara, ovviamente senza guanciale ma con la carne di bovino secca. Coratella di carciofi tra i secondi.
La Reginetta
Qui la pasta è fatta in casa, con il laboratorio a vista. Pane e dolci sono rigorosamente artigianali. La carta dei vini è composta da molte etichette israeliane e italiane nel rispetto della kasherut. Dalla sogliola in pastella e il baccalà mantecato con crema di ceci e timo. Seguendo la tradizione nel menu ci sono la concia di zucchine, il carciofo alla giudia e i pomodori a mezzo. E ancora gli agnolotti di stracotto e i tonnarelli con ragù di abbacchio e tra i secondi baccalà alla romana e vitella in crosta di mandorle e caponata.