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Un’arte secolare in pericolo
Nel cuore di Bari Vecchia, la tradizione delle orecchiette fatte a mano è in pericolo. Le pastaie, donne che da generazioni lavorano la pasta davanti ai turisti, hanno deciso di incrociare le braccia in segno di protesta contro i controlli annunciati dal sindaco Vito Leccese. Questi controlli, secondo le pastaie, minacciano non solo il loro lavoro, ma anche una tradizione che è parte integrante della cultura pugliese.
Le ragioni dello sciopero
La protesta è scaturita da una serie di eventi che hanno sollevato preoccupazioni tra le pastaie. Un turista ha denunciato una presunta truffa alimentare, affermando che le orecchiette che gli erano state vendute come artigianali erano in realtà industriali. Questo episodio ha attirato l’attenzione del sindaco, il quale ha promesso controlli per garantire la qualità e la sicurezza alimentare. Le pastaie, però, sostengono che la loro produzione è autentica e che le accuse sono infondate.
Tradizione e innovazione
Le donne che preparano le orecchiette a Bari Vecchia non sono solo custodi di una tradizione, ma anche imprenditrici che cercano di adattarsi ai tempi moderni. La loro pasta è venduta essiccata, permettendo ai turisti di portarla a casa senza problemi. Tuttavia, la presenza di pasta industriale nelle vicinanze ha sollevato dubbi e sospetti. Nonostante ciò, le pastaie continuano a difendere la loro arte, affermando che le accuse sono solo “fesserie”.
Un futuro incerto
La protesta delle pastaie è durata solo mezza giornata, ma il messaggio è chiaro: vogliono lavorare in un ambiente sereno e regolamentato. Nunzia, portavoce delle pastaie, ha dichiarato: “Dateci disposizioni, noi siamo pronte ad accoglierle”. Questo desiderio di dialogo con le autorità locali è fondamentale per garantire la sopravvivenza di una tradizione che attira ogni anno migliaia di turisti a Bari Vecchia. La sfida ora è trovare un equilibrio tra la salvaguardia della tradizione e la necessità di regolamentazione.