Argomenti trattati
La decisione di Diageo e le sue conseguenze
Diageo, il noto colosso britannico della produzione di alcolici, ha annunciato la chiusura dell’ex stabilimento Cinzano situato nel cuneese. Questa decisione, che coinvolge 349 dipendenti, ha suscitato preoccupazione e indignazione tra i lavoratori e le istituzioni locali. L’azienda ha giustificato la chiusura con motivazioni legate all’obsolescenza degli impianti e alla necessità di concentrare gli investimenti in siti considerati strategici. Tuttavia, la notizia ha colto di sorpresa molti, soprattutto considerando la storicità dello stabilimento, che ha rappresentato un simbolo della tradizione produttiva italiana fino agli anni Novanta.
Le reazioni dei sindacati e delle istituzioni
I sindacati hanno immediatamente reagito, indetto uno sciopero di otto ore per ogni turno di lavoro, evidenziando la necessità di proteggere i diritti dei lavoratori. Un presidio-assemblea si è tenuto di fronte all’azienda, con la partecipazione di figure politiche locali, tra cui Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte. Cirio ha dichiarato che incontrerà Diageo per ottenere un quadro chiaro della situazione e ha assicurato che la Regione farà tutto il possibile per evitare la chiusura di un’importante realtà produttiva per il territorio.
Il futuro incerto dei lavoratori
La chiusura dello stabilimento è prevista non prima di giugno 2026, ma le incertezze rimangono. Diageo ha affermato di essere disponibile a valutare soluzioni alternative, inclusa la possibile cessione a terzi. Tuttavia, i lavoratori si trovano in una situazione precaria, con il timore di perdere il proprio posto di lavoro. L’azienda ha promesso di garantire “pieno sostegno” durante questo processo, ma le parole non sempre si traducono in azioni concrete. La questione è complessa e richiede un intervento deciso da parte delle istituzioni per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire un futuro dignitoso per tutti.
Implicazioni per il mercato e la produzione
La chiusura dello stabilimento Cinzano non è solo una questione locale, ma ha ripercussioni anche sul mercato globale. Secondo le dichiarazioni dell’azienda, solo una minima parte della produzione è destinata al mercato italiano, mentre la maggior parte è rivolta ai mercati del Nord Europa. Questo posizionamento geografico, unito alla dimensione ridotta e alla tecnologia obsoleta degli impianti, ha portato Diageo a considerare la chiusura come una necessità strategica. La decisione di chiudere un impianto con una lunga storia rappresenta una sfida per il settore, che deve affrontare la crescente competitività e le esigenze di modernizzazione.