Un’ondata di panico è dilagata sul Web in seguito alla pubblicazione online di diversi articoli che sostenevano, sulla base di uno studio condotto nell’Università di Torino, che l’insalata in busta fosse dannosa.
Fortunatamente gli esperti, e in particolare il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food sono riusciti a smentire le tesi riportate dalle varie testate, specificando inoltre che lo studio menzionato risale al 2012 e che le accuse erano state confutate già durante quell’anno.
Oltre a trattarsi di notizie false, dunque, sarebbero anche notizie “riciclate”. Le testate che hanno riportato i risultati dello studio, infatti, non avrebbero specificato la data in cui questo è stato pubblicato, dando quindi un’informazione incompleta e scorretta ai propri lettori.
Già solo questo, secondo Unione Italiana Food, è a dir poco scorretto.
L’Associazione ha poi sottolineato la falsità dei contenuti, smentendo i punti principali sollevati dalle varie testate. La risposta più netta è giunta in materia di lavaggio e conservazione delle insalate in busta: Unione Italiana Food ha ricordato che il Decreto Ministeriale della legge 77/2011, entrato in vigore nell’agosto 2015 su tutto il territorio italiano, ha introdotto una serie di regolamenti riguardo la produzione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti di Quarta Gamma.
In particolare, la legge prevede una serie di parametri relativi alla sicurezza alimentare e alla qualità che le aziende sono obbligate a rispettare, sia durante le fasi di produzione sia durante la commercializzazione dei prodotti interessati. Ad esempio, dal 13 agosto 2015, è scattato l’obbligo per tutte le aziende produttrici e distributrici di assicurare il rispetto della cosiddetta catena del freddo: in altre parole, i prodotti devono rimanere costantemente a una temperatura inferiore agli 8°C lungo tutta la filiera, che inizia con il confezionamento e termina tra i banchi frigo dei negozi.
Proprio mantenere la catena del freddo, infatti, consente a questi prodotti di conservare la propria freschezza e la qualità, scongiurando il rischio di contaminazioni.
Un altro fattore da precisare è che gli ortofrutticoli di IV gamma vengono costantemente sottoposti a controlli, con il fine di verificare che tutto il processo di produzione avvenga in sicurezza. In particolare, le ispezioni assicurano che tra la raccolta, la lavorazione e la commercializzazione intercorrano tempi brevi, in modo che il prodotto rimanga fresco.
Per quanto riguarda l‘aspetto igienico, invece, i prodotti di IV gamma vengono lavati e asciugati con grande cura. Il lavaggio, per cui secondo la legge è obbligatorio usare almeno due vasche con ricambio di acqua continuo, viene effettuato con acqua potabile e con sistemi che prevengono l’infiltrazione di batteri.