Nuove tasse su tabacchi e affini: le logiche della deterrenza

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Tra le novità che una parte degli italiani troverà meno gradite nella Legge di Bilancio 2024, spicca anche il provvedimento con cui il governo domanda uno sforzo aggiuntivo ai tabagisti per far quadrare i conti pubblici. Ovvero, in altri termini, un rincaro nelle imposte sul mercato del tabacco che non sembra risparmiare nessuno, dalle sigarette tradizionali al trinciato, dal tabacco riscaldato alle sigarette elettroniche che, come dimostra https://vapr.store/, saranno però ancora vendute a condizioni più che competitive.

Cosa cambia dal 2024

Stando a quanto asserisce la bozza del disegno di legge della Legge di Bilancio, tra le misure in materia di imposte c’è anche un aumento delle sigarette tradizionali su due delle tre componenti che compongono la tassazione dei pacchetti, la specifica e l’onere fiscale minimo.

Tradotto in parole più semplici, significa che per mille sigarette le accise saliranno da 28,20 euro a 29,30 euro, per poi passare a 29,70 euro nel 2025. Lecito immaginare che tale rincaro finirà con il ripercuotersi sui consumatori delle sigarette tradizionali, che dovranno pagare tra i 10 e i 12 centesimi di euro in più a pacchetto, a seconda della fascia di prezzo di mercato occupato dal prodotto.

Un rincaro che non risparmia nessuno

Contrariamente ad altri rincari deliberati gli scorsi anni, non sfugge come questo provvedimento non risparmi proprio nessuno: come afferma la Bat, infatti, la manovra del 2024 porta tra le novità il coinvolgimento di tutte le tipologie di fumo, incrementando le imposte anche per il tabacco trinciato, quello comunemente utilizzato per le sigarette fai-da-te, per il quale l’accisa minima dovrebbe salire da 140 euro del 2023 a 147,50 euro al chilo, per poi salire ancora a 148,50 euro nel 2024. Il rialzo per busta da 30 grammi dovrebbe dunque essere di 20 centesimi.

Sigarette elettroniche, i rincari sono rinviati

Le notizie si fanno meno negative per le sigarette elettroniche, il cui rialzo dell’1% annuo viene rinviato al 2025 sull’attuale imposta del 15% per liquidi con nicotina e del 10% per i liquidi senza nicotina, a cui aggiungere un ulteriore 1% dal 2026.

Infine, per i nuovi apparecchi con tabacco riscaldato, l’aumento delle imposte è focalizzato soprattutto nel 2026, considerato che per il 2024 e il 2025 il rialzo era già stato calendarizzato con le ultime leggi di bilancio. Si passerà così, tra tre anni, al 42%, con un aumento stimato per i fumatori pari a 10 centesimi per pacchetto.