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Starbucks ha recentemente annunciato il ritiro della sua linea di caffè infusi con olio d’oliva, Oleato, dai mercati degli Stati Uniti e del Canada. Questo prodotto, lanciato con grande entusiasmo e presentato come una vera e propria rivoluzione, ha avuto una vita breve, durando solo un anno. La decisione di ritirare Oleato ha suscitato interrogativi sulle strategie future dell’azienda e sulla sua capacità di innovare in un mercato sempre più competitivo.
Il lancio di Oleato era stato ispirato da un viaggio in Italia del fondatore Howard Schultz, che aveva descritto il prodotto come un modo per portare un pezzo di cultura italiana nel mondo del caffè americano. Tuttavia, nonostante le aspettative, Oleato è stato rapidamente etichettato come “ottimo lassativo”, un soprannome che non ha certamente giovato alla sua reputazione. Questo ha portato a una rapida diminuzione delle vendite, contribuendo alla decisione di ritirare il prodotto dal mercato.
Il ritiro di Oleato non è solo un episodio isolato, ma riflette le sfide più ampie che Starbucks sta affrontando. Con l’aumento del costo della vita, molti consumatori hanno ridotto le spese per il caffè, portando a un calo delle vendite del 7% tra luglio e settembre rispetto all’anno precedente. Brian Niccol, il nuovo amministratore delegato, ha promesso di rivoluzionare l’azienda, ma il ritiro di Oleato solleva dubbi sulla direzione futura e sulla capacità di Starbucks di attrarre nuovamente i clienti.
Un portavoce di Starbucks ha dichiarato che la decisione di ritirare Oleato era stata presa prima dell’arrivo di Niccol, ma è stata vista come parte della sua strategia di semplificazione del menu. Questa strategia potrebbe essere necessaria per affrontare un mercato in evoluzione e per riconquistare la fiducia dei consumatori. Tuttavia, la domanda rimane: come può Starbucks innovare senza allontanarsi troppo dalle sue radici e dalla tradizione del caffè?