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Durante le festività natalizie, i dipendenti di Starbucks hanno deciso di incrociare le braccia in segno di protesta. Questo sciopero, che si estende per cinque giorni, è stato indetto dai lavoratori iscritti al sindacato Workers United, e ha come obiettivo principale quello di richiedere migliori condizioni di lavoro, salari più equi e un adeguato personale nei punti vendita. La protesta ha preso piede in diverse città americane, tra cui Los Angeles, Chicago e Seattle, con l’intento di coinvolgere il maggior numero possibile di negozi.
Il sindacato Workers United ha avviato le trattative con Starbucks già ad aprile, ma fino ad oggi non è stata ricevuta alcuna proposta economica soddisfacente da parte dell’azienda. Le richieste includono un aumento immediato del salario minimo del 64%, attualmente fissato a 15 dollari l’ora, e un incremento più significativo nel corso dei prossimi tre anni. Tuttavia, Starbucks ha dichiarato che tali richieste non sono sostenibili, creando un clima di tensione tra i lavoratori e la direzione aziendale.
Il 2023 si è rivelato un anno particolarmente difficile per Starbucks, con un numero record di scioperi, il più alto dal 2000. La situazione è ulteriormente complicata dalla recente nomina di un nuovo amministratore delegato, che ha descritto la situazione attuale come una vera e propria “rivoluzione” all’interno dell’azienda. Starbucks è stata anche oggetto di denunce per pratiche lavorative illecite, tra cui licenziamenti illegittimi di dipendenti iscritti ai sindacati e la chiusura di punti vendita durante le campagne di sensibilizzazione sindacale.
Con la scadenza del contratto di fine anno che si avvicina rapidamente, la pressione aumenta su Starbucks per trovare una soluzione che possa soddisfare le richieste dei lavoratori. La mancanza di progressi nelle trattative ha portato a un clima di incertezza e frustrazione tra i dipendenti, che vedono nel sindacato l’unica via per ottenere i diritti e i benefici che meritano. La situazione attuale rappresenta un bivio cruciale per l’azienda, che dovrà affrontare non solo le richieste dei lavoratori, ma anche le sfide interne e le critiche esterne riguardanti le sue pratiche lavorative.