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La pasta tipica della Campania è varia, amata in tutta Italia, così come sono caratteristici gli abbinamenti che danno vita a piatti squisiti.
Parliamo di una cucina fatta di tradizioni e di sapori genuini, che hanno reso nel tempo la cucina campana come una delle più buone al mondo. Uno dei protagonisti di questa cucina è la pasta, con i suoi diversi formati e le ricette tipiche della regione.
Gragnano, la città in provincia di Napoli, è la zona di venti tiepidi e mulini, incoronata “Città della pasta” il 12 Luglio del 1845.
In questa data, infatti, Ferdinando II di Borbone concedesse ai pastai gragnanesi, per regio decreto, la licenza esclusiva di fornitura delle paste lunghe di Corte. Molti saranno allora i formati tipici di Gragnano e della Campania in generale in cui si declinerà l’impasto di semole gramolate ed acqua essiccati inizialmente al sole e al vento, poi in camere statiche a temperatura controllata.
La pasta di Gragnano è una delle tipologie più famose d’Italia, e i suoi formati sono diversi.
Vediamo di quali stiamo parlando.
Gli ziti sono, di certo, il formato che più di ogni altro rappresenta la Campania reale. Questo è un tipo di pasta di grano duro, di forma allungata, tubulare e cava e con superficie liscia come i bucatini ma di diametro maggiore, un po’ più stretti dei rigatoni ma più larghi dei mezzani.
Da provare sono gli ziti lardiati, conditi con un sugo a base di pomodoro al basilico, cipolle, pecorino, e naturalmente lardo.
In Campania, i conchiglioni assumono la forma di grandi conchiglie di grano duro pensate per essere farcite con ragù di carne oppure ricotta e spinaci, condite con sugo e fatte cuocere in forno.
Tuttavia, si possono trovare, però, anche preparate fresche con salse più leggere, come mozzarella, pomodoro e basilico, soprattutto nella stagione primaverile.
Sono tra i formati più immediatamente identificabili come campani, se non direttamente come napoletani, i paccheri devono il loro nome da pacca, in lingua napoletana, “lo schiaffo”: ciò è dovuto probabilmente allo sciàff che emettono tuffandosi nel sugo.
Questa pasta è ottima con patate e cozze, con un semplice scarpariello, oppure imbuttunati di ricotta e salame. Ottimi anche i paccheri alla pescatrice.
Particolarmente diffusi nella Costiera Amalfitana, gli scialatielli devono il loro nome ai termini dialettali scialarsi, ovvero divertirsi, e tiella, come padella.
Si tratta di striscioline di sezione rettangolare, più corte e larghe degli spaghetti classici, fatte con farina, acqua o latte, sale e formaggio grattugiato.
La ricetta originale degli scialatielli da provare con con gamberi, vongole veraci, tartufi, cozze, seppioline, pomodorini del piennolo, olive verdi, prezzemolo, aglio e capperi.