Oggi vi proponiamo un articolo sull’aria fritta, no, non andremo a parlare del nulla, non preoccupatevi.
Un giovane chef di Padova Nicola Dinato, ha creato quello che potrebbe esser definito un piatto quantomeno ambiguo, “l’aria fritta”. Da quando ad aprile ha iniziato a proporre questo nuovo piatto sul menù del suo ristorante Feva a Treviso ha iniziato a ricevere molte attenzioni, proprio a causa della particolarità della ricetta.
In una recente intervista il giovane chef, che da poco ha ottenuto la prima stella Michelin, ha svelato il segreto per realizzare il piatto.
“Per friggere l’aria abbiamo pensato a una nuvola di tapioca, che andiamo a cucinare in forno e poi successivamente a friggere”. La tapioca, per chi non fosse esperto di cucina, è un amido molto utilizzato nelle cucine. “Poi – continua lo chef – si avvolge nella carta assorbente, in modo da eliminare tutti i grassi”. “La cosa simpatica è che per dare quel tocco di aria andremo a inserire un po’ di ozono”. E dopo aver inserito l’ozono lo si lascia riposare per circa una decina di minuti.
Ed infine, si serve. Nonostante il complicato procedimento, molte bolle di “aria fritta”, non raggiungono il tavolo in tempo, perché tendono a sgonfiarsi molto velocemente.
Nicola Dinato ha avuto quest’idea per un antipasto, un tentativo di provocare il cliente a riflettere sul significato del piatto, che infatti: “è un concetto gastronomico: un benvenuto di riflessione per far capire che stiamo vivendo un momento storico dove il nulla è sempre più importante.
Contenuti volatili scorrono senza significato, facendo dimenticare i veri valori della vita”. “La servo sempre come antipasto per ricordare ai miei clienti che devono sempre cercare di riempire la loro vita di esperienze vere”.