Il pastiere di riso: un dolce tradizionale dell’Irpinia

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Origini e tradizioni del pastiere di riso

Il pastiere di riso è un dolce tipico dell’Irpinia, una regione della Campania, che affonda le sue radici nella cultura contadina. Questo dolce, spesso preparato in occasione del Carnevale, è un simbolo di convivialità e di legami familiari. La pasticcera Carmen Vecchione, nota per la sua passione per le tradizioni culinarie locali, racconta come il pastiere fosse un dolce presente nella sua famiglia, evocando ricordi di sapori antichi e momenti di festa.

Ingredienti e preparazione del pastiere di riso

La preparazione del pastiere di riso richiede ingredienti semplici ma di alta qualità. Per la pasta frolla, sono necessari 500 g di farina, 250 g di burro, 150 g di zucchero a velo e 100 g di uova. Il ripieno, invece, è composto da 400 g di riso ben cotto, 150 g di latte intero, 700 g di ricotta asciutta, 500 g di zucchero, 5 uova, 60 g di liquore Strega e la scorza di un limone.

La preparazione inizia con la sabbiatura della farina con il burro a temperatura di 10°C, seguita dall’aggiunta dello zucchero e delle uova. È fondamentale lavorare velocemente per non riscaldare la frolla, che dovrà riposare in frigorifero per almeno 12 ore. Nel frattempo, si può preparare il ripieno, cuocendo il riso con il latte e la scorza di limone fino a che non assorbe il liquido.

Varianti del pastiere di riso

Oltre alla classica versione dolce, esistono varianti salate del pastiere, come quella a base di spaghetti, primo sale, ricotta, pinoli e uvetta. Questa reinterpretazione offre un’alternativa interessante per chi desidera esplorare nuovi sapori. Inoltre, per gli amanti delle sperimentazioni culinarie, c’è una versione che prevede l’abbinamento degli ingredienti dolci con spaghetti, creando un contrasto di sapori unico.

Il pastiere di riso non è solo un dolce, ma un vero e proprio viaggio nella tradizione gastronomica irpina, capace di unire generazioni e di far rivivere ricordi attraverso il gusto.

Prepararlo in casa significa non solo seguire una ricetta, ma anche tramandare una storia e un patrimonio culturale che merita di essere celebrato.