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Il fine dining rappresenta un’esperienza culinaria unica, riservata a chi è disposto a investire somme considerevoli per un pasto. In un’epoca in cui il costo della vita continua a salire, la domanda sorge spontanea: è giustificato spendere cifre astronomiche per un pranzo o una cena? La risposta varia a seconda delle prospettive individuali. Alcuni vedono nel fine dining un’opportunità per vivere momenti indimenticabili, mentre altri lo considerano un lusso superfluo.
Recentemente, Chef’s Pencil ha pubblicato una classifica dei ristoranti più costosi del mondo, dove i prezzi dei menù degustazione possono raggiungere cifre vertiginose. Ad esempio, il ristorante al primo posto offre un menù che può costare fino a 2.130 dollari, mentre il secondo in classifica presenta un prezzo di 1.230 dollari. Questi costi superano di gran lunga lo stipendio medio in molti paesi, Italia inclusa.
Tuttavia, è interessante notare che non ci sono ristoranti italiani tra i dieci più cari, nonostante i nostri chef stellati siano rinomati a livello mondiale.
Molti di questi ristoranti si distinguono per l’uso di ingredienti rari e pregiati. Ad esempio, il menù più costoso del Ginza, un ristorante di Tokyo, è a base di granchio Echizen, noto come il “re dei granchi”, il cui prezzo può arrivare a 500 dollari per esemplare.
Altri ristoranti, come quello di Shanghai, offrono esperienze multisensoriali, dove ogni piatto è accompagnato da immagini e musica, trasformando il pasto in una vera e propria performance. Queste esperienze non sono solo cibo, ma un viaggio attraverso arte e cultura gastronomica.
Il dibattito su quanto sia lecito spendere per un pasto di alta classe è complesso. Mentre alcuni sostengono che il fine dining rappresenti un’arte e un’esperienza da vivere, altri lo vedono come un’eccessiva ostentazione.
Tuttavia, è innegabile che questi ristoranti offrono un’opportunità unica di assaporare piatti preparati da chef di fama mondiale, utilizzando ingredienti di altissima qualità. La questione rimane aperta: è un lusso accessibile a pochi o un’esperienza che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita?