Scopri i dati preoccupanti sul consumo di frutta e verdura in Lombardia e le possibili soluzioni.
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In Lombardia, meno di un lombardo su dieci, precisamente il 6,2%, riesce a consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, la quantità raccomandata dalle linee guida per una sana alimentazione. Questi dati, forniti da Coldiretti Lombardia e basati su statistiche Istat, sono stati presentati durante un convegno dedicato all’innovazione e alla sostenibilità della filiera alimentare, tenutosi a Fruit Logistica a Berlino, la principale fiera internazionale del settore in Europa.
La situazione è ulteriormente preoccupante se si considera che la maggior parte dei lombardi, ben il 76,6%, consuma tra le due e le quattro porzioni giornaliere, mentre il 17,2% si limita a una sola porzione. Negli ultimi anni, il consumo di frutta e verdura ha mostrato un trend in calo, in linea con il fenomeno nazionale.
Secondo il Rapporto Lombardia 2024, la percentuale di famiglie che consumano regolarmente frutta e ortaggi è scesa dall’83% del 2010 al 78% del 2023, con un lieve miglioramento (+1%) tra il 2022 e il 2023.
Questo calo non è solo un dato statistico, ma rappresenta un serio rischio per la salute pubblica, colpendo tanto gli adulti quanto le giovani generazioni. Coldiretti sottolinea l’importanza di aumentare le ore di educazione alimentare nelle scuole, accompagnate da campagne mirate per promuovere la frutta e la verdura made in Italy.
È fondamentale che le istituzioni sostengano iniziative volte a sensibilizzare i giovani sull’importanza di consumare prodotti freschi e di stagione, contrastando modelli alimentari che allontanano dalla Dieta mediterranea.
Negli ultimi cinque anni, gli acquisti di frutta sono diminuiti di 21 chilogrammi a persona, e se si considerano anche gli ortaggi, il calo arriva a 40 chili in meno. Questo non solo compromette la salute dei cittadini, ma ha anche ripercussioni sul settore ortofrutticolo nazionale. Durante l’incontro di Coldiretti e Filiera Italia a Berlino, è emerso che negli ultimi quindici anni sono stati persi 200.000 ettari di frutteti e 100.000 ettari destinati a ortaggi, legumi e patate.
Le cause di questa crisi sono molteplici: dai cambiamenti climatici all’invasione di insetti e malattie, fino alla difficoltà dei frutticoltori di proteggere i propri raccolti a causa della mancanza di sostanze fitosanitarie adeguate. Inoltre, i prezzi troppo bassi pagati agli agricoltori mettono a rischio la sostenibilità del settore.
Per affrontare queste sfide, è necessario incentivare l’aggregazione tra produttori, stimolando processi di fusione e rendendo più attrattiva l’adesione alle organizzazioni di produttori (OP).
È essenziale introdurre nuove misure finanziabili nei piani operativi, come interventi per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici, sistemi di risparmio idrico, imballaggi ecologici e fondi di mutualizzazione.