Il guanciale è un salume stagionato ricavato dalla guancia del maiale, che viene utilizzato per preparare diversi piatti tipici della cucina italiana.
Rispetto alla pancetta, il guanciale ha una consistenza più compatta e un sapore più intenso, conferitogli dai tempi di stagionatura più lunghi. Il guanciale classico viene insaporito con una miscela di sale e pepe, ma in commercio è possibile trovare delle ottime varianti aromatizzate con erbe e spezie, come aglio, salvia e rosmarino.
Il guanciale può essere consumato come antipasto con del pane, tagliato a fette sottili, a striscioline o cubetti, oppure utilizzato in cucina per creare un’ampia varietà di piatti tradizionali, tra cui la carbonara, l’amatriciana e la pasta alla gricia.
Sappiamo che il sottovuoto estende la durata di conservazione degli alimenti, e questo vale anche per i salumi. Ma esattamente, quanto tempo dura il guanciale sottovuoto e quali sono le condizioni ottimali per far sì che si conservi al meglio? Scopriamolo insieme.
Conservare il guanciale sottovuoto consente di mantenere inalterate le sue caratteristiche organolettiche, come il sapore, l’aroma, il colore e la consistenza, per un lungo periodo di tempo.
La durata del guanciale sottovuoto dipende dalla data di produzione del salume, dalla sua stagionatura e dal tipo di conservazione.
In generale, il guanciale confezionato sottovuoto viene venduto in tranci dal peso variabile da 400 g fino a 1 kg. Si consiglia di conservarlo in un luogo fresco e asciutto, a una temperatura massima di 10°C. Se non si dispone di un ambiente idoneo, è necessario riporlo in frigorifero, avvolgendo la confezione con un panno in cotone che possa assorbire l’umidità.
In confezione integra, la durata è di 6 mesi, mentre dopo l’apertura è necessario riporre il guanciale all’interno di un contenitore a chiusura ermetica e consumarlo entro un mese. Se tagliato a fette o a cubetti, la durata viene notevolmente ridotta a 1-2 giorni al massimo.