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Contrariamente a quanto si possa pensare, il consumo di alcol non è un comportamento esclusivo degli esseri umani. Recenti studi hanno rivelato che molte specie animali, tra cui scimpanzé e uccelli, si nutrono di frutta fermentata, esponendosi così a livelli di etanolo. Questo fenomeno, che risale a milioni di anni fa, suggerisce che l’alcol possa avere un ruolo significativo nelle interazioni sociali tra gli animali.
La ricerca condotta dall’Università di Exeter ha messo in luce come l’alcol sia presente in natura fin dal Cretaceo, grazie alla fermentazione degli zuccheri da parte di lieviti selvatici. Gli animali che si nutrono di frutta fermentata non solo consumano zuccheri, ma anche etanolo, il che potrebbe influenzare il loro comportamento sociale. Ad esempio, gli scimpanzé sono noti per cercare linfa di palma fermentata, il che suggerisce una predisposizione a consumare alcol.
È interessante notare che, sebbene l’ubriachezza possa sembrare divertente, per gli animali non è mai l’obiettivo principale. Come sottolineato da Matthew Carrigan, uno degli autori dello studio, essere ubriachi può rappresentare un rischio, specialmente in situazioni pericolose come l’arrampicata sugli alberi o la presenza di predatori. Tuttavia, alcuni esperti suggeriscono che l’alcol possa attivare il sistema delle endorfine e della dopamina, generando sensazioni di rilassamento e favorendo la socialità.
Una delle ipotesi più affascinanti emerse dallo studio è che il consumo di alcol possa aver contribuito alla formazione di gruppi sociali tra gli esseri umani. La capacità dell’etanolo di ridurre i freni inibitori potrebbe facilitare le interazioni tra individui, creando legami più forti e duraturi. Questo suggerisce che il consumo di alcol, anche se non intenzionale, possa avere un impatto significativo sulle dinamiche sociali, sia nel regno animale che in quello umano.