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Il 5 febbraio segna la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, un evento cruciale per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema di crescente rilevanza. Ogni giorno, in Italia, vengono gettati circa 88,2 grammi di alimenti per persona, un dato che si traduce in oltre 617,9 grammi settimanali. Queste cifre, fornite dall’Osservatorio Waste Watcher International, evidenziano non solo l’incuria nella gestione del cibo domestico, ma anche una preoccupante tendenza verso la povertà alimentare.
Infatti, mentre si spreca cibo, sempre più italiani si trovano in difficoltà ad accedere a alimenti sani e sostenibili.
Il costo dello spreco alimentare domestico è stimato in 130,71 euro pro capite all’anno, mentre lo spreco lungo tutta la filiera alimentare ammonta a ben 14,101 miliardi di euro, corrispondenti a 4,513 milioni di tonnellate di cibo sprecato. Di questo, il 58,55% del costo proviene dalle nostre case, mentre il 28,5% è attribuibile alle fasi di commercializzazione.
Questi dati mettono in luce l’urgenza di adottare misure efficaci per ridurre gli sprechi, soprattutto in un contesto in cui l’indice di insicurezza alimentare è in aumento.
Con l’obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, come stabilito dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è fondamentale che ogni cittadino si impegni a ridurre il proprio spreco personale. Andrea Segrè, fondatore della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, sottolinea che per raggiungere questo obiettivo è necessario ridurre di circa 50 grammi il cibo sprecato ogni settimana.
Piccole azioni quotidiane, come congelare gli avanzi o utilizzare contenitori per il cibo non consumato, possono fare una grande differenza.
In Italia, il 60% degli italiani presta attenzione ai cibi in scadenza e cerca di congelarli per evitare sprechi. Tuttavia, solo l’11% dona il cibo cucinato in eccesso. È evidente che c’è ancora molto da fare per promuovere una cultura antispreco. Iniziative come il Rimpiattino, una doggy bag per il cibo avanzato nei ristoranti, stanno guadagnando popolarità e possono contribuire a cambiare le abitudini alimentari.
La consapevolezza è il primo passo verso un cambiamento significativo.