Scopri la frode commerciale nel settore delle gelatiere piemontesi.
Le sorelle Sonia e Angela De Giusti, titolari del laboratorio di gelato “Vaniglia”, si trovano coinvolte in una controversia legale che ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Accusate dai Nas di frode nell’esercizio del commercio, la loro vicenda ha inizio nel 2020, durante un periodo di grande difficoltà per il settore della ristorazione e della produzione alimentare a causa della pandemia. L’accusa si basa sull’uso della dicitura “Nocciola del Piemonte” per un prodotto che, secondo le autorità, non conteneva esclusivamente nocciole di origine Igp.
Il controllo effettuato dai Nas nel punto vendita di Vicenza ha rivelato che la pasta di nocciole utilizzata per il gelato non era composta solo da nocciole piemontesi, ma anche da semi di altre provenienze. Questo ha portato a una sanzione iniziale, che le sorelle hanno deciso di contestare, sostenendo di non aver mai inteso ingannare i consumatori. L’avvocato difensore, Stefano Grolla, ha dichiarato che l’intera situazione è frutto di un malinteso, sottolineando che l’indicazione “Nocciola del Piemonte” non implica necessariamente l’uso esclusivo di nocciole Igp, ma piuttosto una mera indicazione geografica.
Recentemente, le sorelle De Giusti sono state condannate a tre mesi di reclusione e a una multa di mille euro per “vendita di prodotti industriali con segni mendaci”. La sentenza ha suscitato un acceso dibattito, con molti che si schierano dalla parte delle imprenditrici, sostenendo che la loro intenzione non fosse quella di frodare i consumatori. La difesa ha già annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza, aspettando le motivazioni ufficiali da parte del tribunale.
Questo caso solleva interrogativi importanti sulla regolamentazione delle denominazioni di origine e sull’interpretazione delle leggi riguardanti la pubblicità alimentare.