Filindeu: curiosità sulla pasta sarda più rara al mondo

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In Sardegna ha origine un tipo di pasta tra le più rare al mondo: parliamo dei filindeu, letteralmente “fili di dio”.

Scoprite tutte le curiosità, origine e preparazione della pasta più rara da trovare.

Filindeu: storia e curiosità sulla pasta più rara al mondo

In Sardegna, più precisamente nella provincia di Nuoro, viene prodotto un tipo di pasta che si narra sia stato inventato per la prima volta nel XVII secolo. Tramandata di madre in figlia e rimasta immutata fino a oggi, sono ormai rarissime le donne nuoresi che la sanno padroneggiare.

Si tratta dei filindeu, letteralmente i “fili di dio“, ottenuti da un impasto fatto con semola a grano duro, acqua e un pizzico di sale, lavorato a lungo fino a portarlo ad una consistenza molto morbida. E’ considerata la pasta più rara al mondo soprattutto per l’elasticità dell’impasto! Ma come viene preparata?

Non c’è una regola che stabilisca quando l’impasto va inumidito: questo è uno dei segreti di chi lavora e produce i filindeu.

Non a caso, la tecnica di produzione è stata conservata da una donna sola in tutta la Sardegna! Una volta ottenuto un impasto elastico e opportunamente inumidito, si tagliano piccole porzioni di pasta, che vengono tirate otto volte con le dita delle mani, fino a formare fili molto sottili appoggiati in tre strati sovrapposti sopra “su fundu”, tipico vassoio di legno.

Una volta composto, la pasta viene messa ad asciugare al sole.

Essiccandosi, diventa una specie di garza che può essere spezzata in pezzetti. A questo punto, la pasta viene immersa nel brodo di pecora bollente, dove viene cotta secondo la ricetta tradizionale.

Filindeu, tradizioni della pasta più rara

Questa pasta tipica della Barbagia, e il brodo in cui viene cotta, sono legati a una tradizione religiosa secolare: quella della festa di San Francesco a Lula. Nella prima settimana di maggio, ai pellegrini ospitati nei ricoveri disposti intorno alla chiesa campestre (le cumbessìas) si serve come piatto il brodo di pecorino e di filindeu.

Le artiste dei filindeu assicurano che l’impasto è composto solo da acqua, semola e sale, e che è l’accorto dosaggio del sale il vero segreto della straordinaria elasticità della pasta, ecco come: quando le artigiane lavorano su filindeu hanno davanti a sé due ciotole, una piena di acqua e l’altra di acqua salata.

Infine le donne immergono le veloci dita alternativamente in questa o quella ciotola, secondo il grado di idratazione ed elasticità della pasta, che sentono al tatto e osservano con lo sguardo esperto.