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Carnevale è la festa che tutti attendono per godere di qualche giorno di spensieratezza e di buon cibo.
Accanto alle tradizionali sfilate, ai carri in festa e alle maschere divertenti, i dolci di Carnevale fanno da padrone in ogni regione d’Italia, che vanta le sue caratteristiche prelibatezze.
Non fanno di certo eccezione le Marche, che per questa festività propongono delle vere ghiottonerie. È proprio quello che scopriremo in questa guida sui dolci tipici di Carnevale marchigiani.
Se però il nome può essere simile a quello dei dolci delle altre regioni, è pur vero che ogni terra ha la sua ricetta e soprattutto la sua storia.
A Jesi, la tradizione della frittura di questi sfiziosi dolcetti risale addirittura ad un secolo fa. Nei primi anni del ‘900, la celebrazione voleva che ogni famiglia di ogni paesino portasse la sua scorta di frappe e castagnole alla festa del borgo. Qui ci si riuniva tutti per cantare, ballare, fare festa e ovviamente per mangiare! Si attendeva la mezzanotte e scoccata l’ora ci si scambiavano le prelibatezze.
Ogni paesino poi ha la sua forma.
Per quanto riguarda le castagnole, ad esempio, a Pesaro si mangiano lunghe, mentre ad Ascoli Piceno si preferiscono tonde e piccole. A volte si farciscono con la crema pasticcera, ma quello che non cambia mai è la copertura di miele al quale viene fatto letteralmente attaccare lo zucchero.
Per quanto riguarda le frappe, o come le chiamano nelle Marche le ‘sfrappe’, la tradizione si perde nella notte dei tempi, fino all’antica Roma.
Si parlava, infatti, già a quei tempi di alcuni dolci chiamati ‘frictilia’, un nome da cui si intuisce l’usanza di friggerli. La frittura avveniva nel grasso di maiale e il periodo in cui venivano preparati era proprio il carnevale.
Altra prelibatezza di Carnevale di origine marchigiana sono gli scroccafusi. Si tratta di pasta fatta a palline e poi fritta, dopo però essere stata lessata. Infine le palline vengono intinte nell’alchermes e cosparse di zucchero.
Anche questa ricetta è legata alla terra e al mondo contadino. Si chiamano scroccafusi perché quando si mordono, producono un delizioso ed invitante suono che, appunto, ‘scricchiola’. Si consumano soprattutto a Macerata, ma si usano anche a Pesaro (dove li chiamano ‘stummeri’) e ad Osimo (dove sono conosciuti come ‘cecetti’).
Attenzione a non disturbare per nessun motivo una donna intenta a preparare gli scroccafusi. Vuole la tradizione che in questo caso la preparazione non riuscirà.
Altro dolce tipico marchigiano sono i ravioli di castagne. Diffusi soprattutto nella zona di Ascoli Piceno, non c’è famiglia che non li prepari o non li acquisti a Carnevale. Si tratta di un dolce che, benché abbia una ricetta, non prevede il peso degli ingredienti.
La sapienza delle massaie compensa benissimo la mancanza di un ricettario.
Si tratta del tipico dolce composto da tantissime palline imbevute nel miele dopo essere state fritte o fatte al forno. Sul miele caldo si depongono noccioline e mandorle tritate. Le palline, poi, vengono assemblate in modo da dare al dolce diverse forme a piacere: dalla cupola al filone fino alla più classica ciambella. Il nome, come si può intuire, deriva dalla cicerchia, legume oggi difficile da trovare e tipico proprio delle Marche.
Si consuma molto ad Ancona, anche se forse è il dolce più rappresentativo di tutta la regione.
Come ogni regione d’Italia, anche le Marche si distinguono per i loro sfiziosi e gustosi dolci, caratterizzati dalle loro storiche ed interessanti tradizioni regionali e locali.