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Nel cuore del rione umbertino di Bari, la movida notturna subisce un colpo significativo con l’introduzione di un’ordinanza comunale che vieta la somministrazione di bevande e alimenti da asporto dopo la mezzanotte durante i fine settimana. Questa decisione, che segue l’esempio di altre città italiane come Milano, ha suscitato un acceso dibattito tra residenti, gestori di locali e giovani frequentatori. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre il rumore e i disagi notturni, ma le conseguenze di tale provvedimento sono già evidenti.
I gestori dei locali, già provati dalla crisi economica, si trovano ora a fronteggiare una nuova sfida. Molti di loro esprimono preoccupazione per la perdita di incassi, stimata intorno al 30%. “Siamo costretti a controllare chi esce con un drink in mano, altrimenti rischiamo multe salate”, ha dichiarato il titolare di un bar sul lungomare. La situazione è aggravata dal fatto che l’ordinanza non colpisce solo i ristoranti e i pub, ma anche i camioncini ambulanti che servono cibo e bevande.
Questo ha portato a un clima di tensione e frustrazione tra i commercianti, che vedono minacciata la loro attività.
Nonostante le restrizioni, i giovani baresi non si lasciano scoraggiare. La risposta alla nuova ordinanza è stata quella di spostarsi altrove, in particolare verso Poggiofranco, dove possono continuare a festeggiare senza le limitazioni imposte nel rione umbertino. Questo spostamento ha sollevato nuove preoccupazioni tra i residenti di queste aree, che temono un aumento del rumore e dei disagi.
Le polemiche continuano a infiammare il dibattito pubblico, con molti che chiedono un equilibrio tra il diritto al divertimento e la necessità di mantenere la tranquillità nei quartieri.
Con l’entrata in vigore di queste nuove regole, il futuro della movida a Bari appare incerto. Le ordinanze come quella attuale possono portare a un cambiamento nei comportamenti dei giovani, ma è fondamentale che le autorità locali trovino un modo per gestire la situazione senza penalizzare eccessivamente i commercianti.
La sfida sarà quella di trovare un compromesso che soddisfi le esigenze di tutti: residenti, gestori e giovani. Solo il tempo dirà se queste misure porteranno ai risultati sperati o se, al contrario, daranno vita a nuove forme di protesta e disobbedienza.