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Il suo nome evoca, a ragione, scenari tropicali: l’avocado, infatti, fu scoperto dagli europei durante le esplorazione del continente americano.
Nativo del Messico e della regione andina, i cui paesi ne sono ancora oggi maggiori esportatori, era regolarmente coltivato e consuamato da Maya ed Aztechi.
I conquistadores impararono ad apprezzarne la polpa che paragonarono al burro, apostrofando il frutto come “pera alligatore”. Se fino a pochi anni fa, il sapore di questo delizioso frutto sarebbe appartenuto agli esaltanti ricordi di un viaggio oltreoceano, oggi possiamo trovarlo a pochi passi da casa.
A differenza di qualunque altro frutto, l’avocado fresco è povero di zuccheri, ma ricchissimo di grassi. Per questo motivo, sulle navi del ‘700, veniva spalmato sulle gallette tanto da renderlo famoso come “burro del marinaio”.
La qualità dei suoi grassi, però, non potrebbe renderlo più differente dal burro comune, avvicinandolo invece all’olio d’oliva, grazie all’abbondanza di grassi insaturi che inibiscono la produzione del colesterolo.
Per questo motivo, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella profilassi delle patologie cardiocircolatorie. È, inoltre, ricco di antiossidanti, contrasta l’invecchiamento cellulare ed è annoverato tra gli antitumorali e gli antidepressivi naturali.
Qui per approfondire le proprietà benefiche dell’avocado.
Adatto a ripieni, insalate, salse (come il guacamole) e persino soffritti, andrebbe tagliato solo se maturo e, come tutti i frutti climaterici, matura anche dopo essere stato raccolto. Ecco come fare maturare l’avocado.
Le foglie della piante inibiscono la produzione di etilene, essenziale alla maturazione, che viene aumentata dall’avocado, solo una volta che è stato reciso.
Per valutare il grado di maturazione, potrebbe bastare il tatto: quando la consistenza della buccia appare leggermente morbida alla pressione delle dita, è pronto per qualsiasi ricetta e perfetto anche per essere mangiato come un qualunque frutto. Se, invece, risulta particolarmente duro, dovrete ricorre a qualche espediente per accellerare il processo di maturazione.
Non riuscite a distinguere la maturazione attraverso il tatto? Non temete: provate a guardare sotto il picciolo. Se questo si stacca facilmente e la polpa sottostante presenta una colorazione verde, l’avocado è maturo. Al contrario, un picciolo resistente o una colorazione piuttosto scura della polpa indica che il vostro avocado è acerbo.
Avete poco tempo, ma volete concedervi una salsa al guacamole? Qualunque sia la ragione, esistono molteplici tecniche per accelerare il processo di maturazione dell’avocado.
Il primo espediente prevede due soli giorni di attesa per un frutto non troppo acerbo e una mela matura (in alternativa potrete impiegare anche una banana). Chiudete i due frutti insieme in un sacchetto, rigorosamente di carta: l’etilene sprigionato dalla mela vi regalerà un frutto maturo in pochissimo tempo. Ricordate di non utilizzare sacchetti di plastica che impedirebbero la diffusione dell’ossigeno rendendo il frutto marcio.
Se, tuttavia, avete ancora meno tempo a disposizione, potete ricorrere a un trucco che renderà l’avocado più maturo in soli dieci minuti: avvolgete l’avocado intero in carta stagnola, ponetelo su una teglia da riporre in forno già riscaldato.
Mantenete la temperatura costante a 90° e, in pochi istanti, l’avocado si ammorbidirà.