L’autunno è periodo migliore per gustare le castagne fresche, cotte a bollito o arrostite, utilizzate come condimento per la pasta o servite come un delizioso dessert.
Se siete abituati a raccoglierle nei boschi, fate attenzione a non scambiarle con i frutti dell’ippocastano, le cosiddette castagne matte o castagne d’India. A causa dell’aspetto simile, sia del frutto che del guscio, il rischio di confondersi e incorrere in un’intossicazione alimentare è sempre in agguato. Le castagne matte si possono mangiare? Neanche a chiederlo, la risposta è no, ma in questo articolo vi spieghiamo come imparare a distinguerle dai frutti del castagno europeo.
Come abbiamo accennato poc’anzi, i semi dell’ippocastano non sono commestibili per l’uomo e provocano gravi intossicazioni alimentari. La causa è della forte concentrazione di saponine, sostanze tossiche dal sapore amaro che provocano vomito, diarrea, dolori addominali e nausea. Oltre ad avere un effetto irritante per le mucose, se ingerite in notevoli quantità possono causare anche la distruzione dei globuli rossi. Per questo motivo, se si sospetta di aver consumato delle castagne matte, è fondamentale recarsi al più presto al pronto soccorso o contattare il centro antiveleni.
Non fatevi prendere da facili allarmismi: se acquistate le castagne al supermercato non correte alcun rischio. Il problema si pone nel caso in cui le castagne siano state raccolte in autonomia, da voi stessi o da qualche amico.
Innanzitutto, occorre mettere in chiaro che i castagni europei sono alberi che difficilmente si trovano in città, per cui se dovete andare in cerca di castagne recatevi in un bosco situato ad altitudini tra i 300 e i 1200 metri. Se passeggiando nel parco cittadino vi sembra si scorgere dei castagni carichi di frutti, fate marcia indietro: probabilmente si tratta di ippocastani.
Ecco qualche indicazione utile per distinguere le castagne commestibili dalle castagne d’India: