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Indubbiamente il piatto più conosciuto della tradizione lombarda è la cassoeula, gustosa e calda.
Ma qual è la ricetta “originale” e definitiva? Ecco come preparare la cassouela e qualche trucchetto.
La cassoeula di maiale e verze, piatto tipico della cucina lombarda, è perfetta per la stagione invernale ma dovete conoscere la vera ricetta originale, di tradizione contadina. Un piatto molto apprezzato e diffuso ancora oggi, basta avere tanta pazienza.
Si tratta di uno stufato di carne e verdure, tuttavia fra i segreti per la cassoeula perfetta troviamo la qualità e i tagli del maiale, che devono comprendere musetto, costine, piedini e cotenne.
Immancabile poi la verza. Ecco la ricetta tradizionale della cassoeula!
La ricetta originale della cassoeula parte dal taglio dei pezzi di maiale, che andranno messi a bollire insieme. A parte bisogna far soffriggere la cipolla con carota e sedano, tagliati piuttosto grossolanamente. Dopo aver pulito e tagliato la verza, aggiungetela alla carne e lasciate cuocere con tutta calma.
Tutto sta nella cottura. La carne di maiale deve staccarsi dall’osso e al tempo stesso lo stufato deve essere morbido, il che si ottiene solo con una cottura a fuoco lentissimo, da due ore a tre ore.
Aggiungete poi alla cassoeula un mestolo di brodo: permetterà alla carne di non seccarsi troppo o “attaccarsi” alla pentola.
Fate bollire in abbondante acqua il codino, le cotenne, l’orecchio e il musino, per sgrassare la carne.
In una casseruola grande fate soffriggere in poco olio le carote, le cipolle e il sedano. Aggiungete poi tutti i pezzi di carne, il vino bianco, un po’ di brodo e coprite lasciando cuocere per 30 minuti.
A parte pulite le verze togliendo la costa centrale, più dura, tagliatele a pezzi e unitele alla carne. Aggiungete anche il pomodoro e lasciate cuocere per un’ora.
Coprite la pentola e aggiungete il brodo, di volta in volta, per evitare che la carne attacchi. Potete servire la cassoeula da sola o accompagnata da polenta.
Gli anziani sanno che nella cassoeula le parti del maiale che non possono mancare mai sono: orecchio, poi cotenna, piedino, codino, verzini, a cui si possono aggiungere anche musetti, costine e puntine.
I puristi invece vedono la passata di pomodoro come un errore assurdo. In realtà, però, poi chiunque ammette di metterne una piccolissima dose, al massimo un cucchiaino per una grossa pentola, solo per dargli quel leggero tocco di colore in più.