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Bambini e faccende domestiche.
Diventare grandi significa acquisire, piano piano, autonomia, indipendenza e autostima, imparando ad assumersi le proprie responsabilità.
Naturalmente, tutto a tempo debito.
Se è vero che i bambini devono dedicare la maggioranza del proprio tempo al gioco libero, è altrettanto vero che è possibile trasformare parte di questo gioco in gioco-imitazione (o gioco-simbolico), uno strumento utile per la crescita dei bambini.
Fin dai 12-15 mesi il bambino è naturalmente propenso a imitare i grandi, sperimentare e mettere in atto tutte le abilità che lo qualificheranno, da grande, come persona.
Imitare i genitori è la prima forma di gioco-imitazione che aiuta lo sviluppo cognitivo, sociale e affettivo del bambino.
E imitare i genitori in tutto quello che fanno (faccende domestiche incluse) suscita veramente molto interesse nel bambino e a renderlo ancor più entusiasta è il coinvolgimento attivo del bambino nelle faccende domestiche o lavoretti in giardino.
I bambini, anche molto piccoli (2-3 anni) sanno fare molto più di quanto non si pensi!
Il metodo Montessori, ispirazione per molti genitori e insegnanti, basa molti dei suoi principi e insegnamenti sulla stimolazione dell’autonomia, dell’indipendenza dei bambini, elementi fondamentali per la sua crescita ed educazione.
Autonomia e indipendenza sono raggiungibili attraverso l’aiuto dell’adulto a “compiere da soli” le proprie conquiste, intese come attività, azioni quotidiane, compiti precisi come l’imparare a correre, a lavarsi e fare molto altro ancora.
“Bambini e faccende domestiche” è un tema molto discusso in fatto di educazione e crescita dei piccoli, ma proprio ispirandosi al metodo Montessori si evince quanto sia importante (e mai presto) coinvolgere i piccoli nel disbrigo di compiti quotidiani.
I bambini non sono mai troppo piccoli per imparare a fare qualcosa. I compiti più semplici, come ad esempio il portare il pane in tavola, possono essere svolti già da bambini di 2 anni, sopratutto se loro sono interessati a farlo (e in genere è proprio così).
I bambini danno il massimo quando gli si “assegna” un compito e sono soddisfatti quanto riescono a portarlo a termine. Sviluppano così la propria autostima e fiducia in se stessi.
In relazione dunque alle capacità che ogni bambino sviluppa in base all’età è stata creata una “tavola delle faccende domestiche” a misura di bambino, con i compiti che i piccoli possono svolgere proprio in base all’età.
Bambini e faccende domestiche è dunque un binomio vincente.
Scopriamo di più sulla tavola delle faccende domestiche per bambini.
La scuola di pensiero pedagogica Montessori ha ideato una vera e propria tabella o tavola delle faccende domestiche in cui sono inseriti, per fascia d’età, i compiti, i lavoretti, le faccende domestiche che i bambini sono in grado di imparare e compiere.
Ogni bambino con la crescita apprende e sviluppa innumerevoli capacità che gli permettono di svolgere, piano piano, sempre più attività.
Naturalmente ogni bambino è a sé, ha propri ritmi di crescita, ma se adeguatamente stimolati e aiutati nel compiere compiti e azioni, tutti i bambini sono in grado di acquisire incredibili capacità (ancor prima di quanto un adulto possa pensare!).
L’importante è iniziare a presentare e proporre le attività come gioco, coinvolgendo i bambini con divertimento e tranquillità, senza arrabbiarsi se non riescono da subito a svolgere perfettamente un compito oppure se a metà lavoro si stancano e vanno via.
I piccoli di 2-3 anni possono iniziare con semplici lavoretti, come riordinare i giochi, impilare libri (e altri oggetti), buttare le cose nella spazzatura, portare i vestiti e le cose nella propria camera, dare del cibo al cane o al gatto, annaffiare le piante, togliere la polvere, apparecchiare (almeno in parte) la tavola.
Oltre a quanto sapeva fare prima, il bambino di 4-5 anni acquisisce numerose altre capacità, come svuotare il cestino, strappare le erbacce, piantare una piantina, andare in bagno (asciugarsi), lavarsi e vestirsi da solo, mettersi le scarpe da solo, impastare qualcosa, pulire la tavola, lavare i piatti (iniziando con quelli di plastica per poi passare agli altri con supervisione di un adulto).
A 6-7 anni i bambini sono in grado di occuparsi delle proprie cose, come preparare lo zaino e i vestiti da mettere, sistemare la propria camera e scrivania, rifare il letto, e ancora abbinare calzini, spazzare, passare l’aspirapolvere, raccogliere le foglie con il rastrello, rimettere il rotolo della carta igienica.
A 8-9 anni i bambini sanno essere molto utili in casa, aiutando a mettere a posto la spesa, caricare la lavastoviglie, aiutare a preparare pranzo e cena, portare il cane a passeggio.
A 10-11 anni i bambini potranno occuparsi di prendere la posta, lavare l’auto, sistema le stanze di casa, stendere i panni, occuparsi di un fratello minore, occuparsi dell’animale domestico, preparare semplici piatti, rammendare.
Dai 12 anni non si è quasi più bambini, ci si sente grandi e si è in grado di fare tantissimo.
In aggiunta a quanto appreso prima ora si è capaci di fare la lista della spesa e fare la spesa, cambiare le lenzuola del proprio letto, impastare il pane, preparare pranzo-cena o un dolcetto, aiutare mamma e papà con i piccoli, stirare.
Coinvolgere i bambini, fin da piccoli, nelle faccende domestiche, in lavoretti all’aperto e in generale nello svolgere azioni quotidiane a casa o fuori, per sé e per gli altri, è di fondamentale importanza per la crescita dei bambini e per il loro sviluppo psico-fisico.
Non solo svilupperanno le capacità vere e proprie di saper fare qualcosa, ma otterranno moltissimi benefici da queste attività, sopratutto per la loro crescita.
Brevemente, ecco i vantaggi che i bambini avranno dall’essere coinvolti nei lavoretti quotidiani.
Attraverso semplici azioni quotidiane (come rifare il letto, apparecchiare, etc) il bambino sviluppa la coordinazione dei movimenti, l’equilibrio, i movimenti.
Sentendosi utili e partecipi nello svolgimento delle attività domestiche i bambini apprenderanno il senso dell’appartenenza a un gruppo, la collaborazione con gli altri membri dello stesso gruppo, la capacità di seguire istruzioni.
I bambini che fin da piccoli sono educati a svolgere faccende domestiche e piccoli lavoretti sviluppano, più di quelli che non lo sono, il senso di organizzazione, indispensabile in ogni ambiente di vita quotidiana.
I bambini a cui i genitori chiedono di svolgere compiti precisi sentono di ricevere fiducia da parte dei genitori, si sentono valorizzati e sviluppano, di conseguenza, una maggiore fiducia in se stessi.
Nello svolgere compiti e lavori domestici fin da piccoli secondo le proprie capacità, i bambini imparano col tempo a sentirsi più autonomi, meno dipendenti dagli adulti, più responsabili.
Coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche è utile, ma è bene considerare di utilizzare tempi e modi corretti per evitare di sbagliare approccio e sminuire i bambini stessi, anziché operare per la loro crescita.
Esistono dei semplici accorgimenti che vanno considerati quando pensiamo di coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche.
I bambini hanno tempi ed esigenze propri secondo cui sono pronti o meno per fare qualcosa.
Non sempre hanno poi la voglia di fare ed essere coinvolti in qualcosa che vogliono gli adulti. Per questo è importante non forzare mai i bambini a fare qualcosa che non vogliono, sopratutto se si tratta di faccende domestiche, rispettare i loro tempi ed esigenze.
Per far sì che i piccoli apprendano a fare le cose, è importante che gli si insegni come si fanno. Solo così il bambino non si sentirà frustrato se gli si chiede di fare qualcosa che non sa come si fa.
Un bambino di 2 anni potrebbe non essere ancora in grado di vestirsi da solo perché non ha sviluppato equilibrio e coordinazione, tuttavia saprà fare molte altre cose e man mano che crescerà apprenderà a fare anche quello. I compiti richiedono responsabilità e capacità che i bambini acquisiscono col il tempo in base all’età.
Tutti impariamo a saper fare bene qualcosa, facendo e rifacendo le cose. Se i bambini non fanno bene ciò che gli chiediamo (ad esempio rifare il letto) non bisogna sgridarli perché si sentirebbero frustrati. Invece, è più utile apprezzare gli sforzi che sicuramente il bambino fa insegnandogli a perfezionare la sua opera.