Un nuovo disturbo alimentare inizia a farsi strada – anche in Italia: si tratta del “food craving“, ovvero l’irrefrenabile desiderio di un alimento specifico.
Questa smania può sembrare incontrollabile, e la fame della persona che ne soffre può non essere soddisfatta fino a quando non ottiene quel particolare cibo. Le voglie riguardano spesso i cibi spazzatura e gli alimenti processati ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi.
Il food craving rappresenta un grande ostacolo per chi cerca di mantenere uno stile di vita sano e il giusto peso corporeo: infatti, solo in Italia è un fattore che concorre al sovrappeso nel 20% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni.
Scopriamo insieme a cosa è dovuto e come può essere combattuto.
Gli episodi di food craving vengono alimentati dalle regioni del cervello che sono responsabili della memoria, del piacere e della ricompensa. Un altro fattore scatenante può essere uno squilibrio di ormoni, come la leptina e la serotonina, o uno sbalzo d’umore. È anche possibile che le voglie di cibo siano dovute alle endorfine che vengono rilasciate nel corpo dopo aver mangiato – come accade in caso di dipendenza.
In alternativa, il desiderio di cibo potrebbe essere addirittura stimolato dall’organismo, che avverte – erroneamente – il bisogno di ulteriori sostanze nutritive.
Il food craving può tradursi in voglie selettive o non selettive. Le prime riguardano alimenti specifici, che possono essere la barretta di cioccolato preferita, un piatto specifico del ristorante di fiducia, o un sacchetto di patatine fritte. Nel secondo caso, invece, si ha il desiderio di mangiare qualsiasi cosa – letteralmente, il primo cibo che ci si trova davanti.
Fortunatamente, esistono delle strategie per ridurre il desiderio di cibo, come ad esempio:
Una dieta sana dovrebbe contenere molte fonti di proteine magre, che possono allontanare il desiderio di cibo. Secondo uno studio sulla rivista Obesity, è possibile ridurre le voglie fino al 60% basando il proprio apporto calorico giornaliero per il 25% sulle proteine.